Domenica scorsa, in cattedrale, mons. Domenico Sorrentino ha consegnato l’Instrumentum laboris del Sinodo, ormai definitivo, dopo la grande consultazione condotta in tutte le parrocchie nell’anno passato.
Si delinea dunque il percorso del Sinodo diocesano, basato su tre fondamenti evangelici: la Parola di Dio al centro di un annuncio gioioso quanto coraggioso in un tempo di crisi di valori, oltre che di fede; la comunità ecclesiale, sempre più chiamata a esprimere il senso di famiglia cementata da Cristo, in costante crescita nella comunione e nel servizio vicendevole; la carità, dato che l’amore rappresenta l’elemento primo che ci fa riconoscere cristiani ed è il solo criterio sul quale, alla fine del tempo, saremo giudicati.
Le linee programmatiche del cammino pastorale, consegnate nel corso delle celebrazione a San Rufino, chiamano ciascuno all’impegno responsabile e gioioso nella vigna del Signore.
Lo stesso brano evangelico domenicale (Mt 20,1-16) – incentrato sull’azione del vignaiolo che chiama, a diversi orari, operai sulla sua terra – evidenzia come la preoccupazione del Padrone non sia tanto quella che la vigna venga ben lavorata, ma che nessuno resti senza lavoro. Lo si comprende anche dalla singolare maniera di retribuire: a ciascuno viene consegnato un soldo. La giustizia umana si sforza infatti di dare a tutti secondo il merito, mentre la giustizia divina offre a ciascuno il meglio per la persona stessa.
Tutto è grazia. Per gli ultimi come per i primi che rispondono alla chiamata al servizio della Chiesa – ciascuno nella sua personale vocazione – la ricompensa è rappresentata dalla totalità, dalla pienezza. La differenza non sta dunque nell’aver ricevuto il battesimo all’alba della vita o nell’essersi convertiti al tramonto della stessa, ma ciò che davvero conta è la risposta che ciascuno decide di dare al padrone della vigna, all’amore incarnato in Cristo e nei fratelli.
Mons. Sorrentino ha augurato a tutti di lasciarsi, come san Paolo, riempire di entusiasmo apostolico, per poter annunciare in modo gioioso l’incontro col Cristo con vigore, nella fedeltà e perseveranza.
Nel corso dell’omelia il Vescovo ha pure sottolineato come risulti provvidenziale che l’inizio del Sinodo diocesano coincida con il Sinodo dei vescovi sul tema della famiglia, per cui almeno una rappresentanza qualificata risponderà all’appello del Papa recandosi a Roma il prossimo 4 ottobre, subito dopo la celebrazione mattutina per san Francesco.