Monaco benedettino e docente di Liturgia all’istituto padovano Santa Giustina, il prof. Giorgio Bonaccorso è stato invitato a presiedere l’incontro dal titolo “Il corpo e il rito nell’iniziazione cristiana” domenica 16 febbraio presso i locali dell’istituto San Francesco di Sales. A organizzare l’evento gli uffici diocesani per l’Evangelizzazione e la catechesi, Ufficio liturgico e Pastorale familiare che insieme hanno individuato in Bonaccorso la figura appropriata per offrire alla comunità uno spunto di riflessione sul tema dell’iniziazione cristiana, oggetto degli studi dello stesso relatore.
Prende spunto da brani del Nuovo Testamento, il relatore, per affrontare il complesso argomento del rapporto tra fede e corpo, che necessariamente passa attraverso il rito dell’iniziazione a sua volta segnato da un legame profondo con la corporeità. Va considerato – dice – che la Parola di Dio non è verbale ma è carne di Gesù Cristo. Bisogna quindi approfondire il significato del mistero di incarnazione, morte e resurrezione per comprendere che l’uomo non nasce spirituale ma lo diventa attraverso l’incontro con Cristo, e per capire che fede non significa solo credere in Gesù Cristo ma essere in Lui. Non solo quindi un fatto dottrinale, una conoscenza esteriore, ma una vera esperienza esistenziale, anche corporea.
Analizzando l’importanza della corporeità nell’iniziazione cristiana, Bonaccorso ricorda che il primo atto della vita pubblica di Gesù è stato il battesimo al Giordano: non la predicazione o la catechesi, ma un rito. Inserirsi nel cammino cristiano della fede non è un percorso di indottrinamento o di acquisizione di conoscenze ma una esperienza che coinvolge anche la dimensione fisica attraverso l’adattamento all’ambiente e l’assunzione di modelli. In questo fare esperienza, molto importanti sono le emozioni che avvalorano il rapporto inscindibile tra fede e corpo.
Concludendo il suo intervento, Bonaccorso ha fatto riferimento alle problematicità odierne derivate dall’eccessiva intellettualizzazione della fede, che ha portato l’uomo a pensare di essere sufficiente a se stesso.
Considerare l’iniziazione legata solo al catechismo è un fallimento, è un sistema che non funziona – dice il relatore -: è necessario recuperare la sfera emozionale e corporea dentro la quale risiedono i valori. L’iniziazione non può prescindere dall’emozione e dalla multimedialità che coinvolge l’intero aspetto emotivo dell’uomo, senza limitarsi alla comunicazione verbale.