Sabato 20 luglio, il pittoresco scenario di Gubbio ha fatto da cornice a un evento che ha sorretto il messaggio di “Voci dal Mondo”, un progetto che coinvolge un team di giovani e che si propone di sfatare stereotipi e fake news sui fenomeni migratori. L’atmosfera durante la preparazione è stata viva e carica di attesa, come quella di una redazione giornalistica.
La prima riunione, cui hanno partecipato i membri del settimanale La Voce e della ong Tamat insieme a sedici giovani migranti, figli di famiglie straniere residenti in Umbria, ha segnato l’inizio di un lavoro collaborativo e appassionato: assegnare compiti e responsabilità non era solo una questione logistica, ma un momento di coesione.
Entusiasmo nel team Voci dal mondo
Ci siamo divisi i compiti con entusiasmo. Alcuni si sono dedicati a contattare ospiti e relatori, altri a definire il luogo adatto che potesse accogliere un nutrito pubblico in un ambiente intimo e accogliente, perfetto per una giornata di storie e testimonianze.
Altri invece si sono occupati di definire il format degli incontri pubblici, una serie di eventi che ha avuto il suo debutto a Terni il 6 luglio, e che promettono di espandersi a Spoleto e Perugia nei prossimi mesi (più precisamente a settembre e ottobre).
Prima dell’evento: il team si organizza
Un aspetto importante della preparazione è la raccolta di testimonianze.
In questo progetto ci siamo prefigurati l’obiettivo di non mostrare soltanto la forza d’animo dei migranti, le cui esperienze sono un viaggio di resistenza e speranza, ma anche il potere dell’accoglienza della comunità. L’Umbria infatti con la sua lunga tradizione di ospitalità e solidarietà si è dimostrata un faro di speranza per molti di loro.
Ogni racconto e testimonianza ha suscitato in noi emozioni distinte ricordando l’importanza di comprendere che dietro ogni cifra e statistica si cela una vita, un sogno in attesa di emergere, riconoscendo così la nostra umanità condivisa; ed è questo il cuore della nostra iniziativa.
Arriva il giorno: c’è chi si sente reporter e chi va in scena
Il giorno dell’evento, l’atmosfera era ricca di emozioni.
Certo, i timori c’erano, ma dominava una profonda gratitudine e un forte senso di responsabilità.
Alcuni tra noi si sono sentiti come reporter in prima linea, pronti con la loro attrezzatura, mentre altri provavano il nervosismo di trovarsi in scena come moderatori. Al di là della tensione presente, ciò che ci unificava era una profonda consapevolezza del nostro scopo e l’idea di contribuire a un progetto più ampio.
Pubblico caloroso e storie che restano nel cuore
Ciò che continua a risuonare nella nostra mente è stata l’accoglienza calorosa del pubblico, la curiosità di chi ascoltava e il sottile gioco di emozioni che si è creato durante le condivisioni.
Le storie raccontate ci hanno aperto gli occhi su realtà che spesso restano invisibili, facendo del tema della migrazione un racconto di persone e destini, piuttosto che in dati statistici.
Nel retroscena, è emersa l’energia di una comunità solidale, animata da un intento comune.
Quella giornata non ha rappresentato solo la fine di un evento, ma ha dato vita a un percorso comune verso un’accoglienza più consapevole e informata. All’interno di questo clima di collaborazione, Voci dal mondo si distingue come una iniziativa significativa volta a dare voce e visibilità alle storie di chi cerca una nuova sistemazione.
Ouns Mornagui