Cosa c’è dietro ‘Frate Indovino’

Ai nostri abbonati giunge in omaggio il calendario di Frate indovino. Un dono atteso e gradito reso possibile grazie alla disponibilità generosa di padre Mariangelo da Cerqueto – il fondatore e il volto di “Frate Indovino” – che raccolse l’idea e la proposta del direttore di questo giornale, don Elio Bromuri.

E da allora, ogni anno, il calendario più famoso d’Italia e La Voce percorrono un po’ di strada insieme. Il calendario è una presenza familiare e amica nelle nostre case. Tutti lo conoscono e tutti lo leggono, e non solo per vedere che giorno è. Il calendario è come una rivista da sfogliare una volta al mese, che mostra le sue pagine ricche di rubriche curiose, interessanti, mai banali.

A dispetto del nome il calendario non tira ad indovinare. Neppure sulle previsioni del tempo che tutti, oramai, sanno che sono poco attendibili se fatte oltre i due/tre giorni. Figuriamoci se fatte un anno prima! Ma allora, come fa Frate Indovino a fare le previsioni del tempo? E chi c’è dietro le rubriche che arricchiscono il calendario?

Per trovare risposte abbiamo incontrato padre Daniele Giglio che ci ha accolto nella redazione del calendario e mensile “Frate Indovino” a Perugia. Padre Giglio per diversi anni ha collaborato con padre Mario Collarini (direttore dal 2002 al 2019) e da giugno 2019 è il responsabile del famoso calendario. “Ma non sono solo a farlo” precisa subito padre Daniele che sta già lavorando al calendario 2021.

Il calendario 2020, il 75° della serie iniziata nel 1946 da padre Mariangelo come allegatoomaggio della rivista dei Frati Cappuccini di Assisi “Voce Serafica”, è stato preparato da padre Collarini. Sì, perché la stampa e la distribuzione delle 5/6 milioni di copie del calendario richiede che tutto sia pronto entro aprile.

Già si prepara il calendario 2021

In questo periodo dunque, l’équipe che lavora al calendario (direttore amministrativo, un direttore creativo e uno operativo) è in piena attività per l’edizione del 2021. Padre Daniele ha scelto il tema di fondo, quello che accompagna tutti i mesi dell’anno, e ne ha curato i testi, inoltre con altri due frati, tra cui padre Mario Collarini, cura il “santorale” (i santi dei giorni) romano integrato con il francescano e le altre parti del calendario.

Chi cura le rubriche

Le altre rubriche sono affidate alla redazione o a collaboratori esterni, in genere esperti del settore come, per esempio, l’astrofisico di Firenze, il prof. Lorenzo Brandi, che cura la “Specola”, o il medico che cura la rubrica sulla salute. “Sono professionisti – spiega padre Daniele – e, ognuno per il suo pezzetto, dà il proprio contributo valutato dal direttore, così come per la scelta del tema, prima di raggiungere quella definitiva non so quanto ci abbiamo messo in fatto di proposte. Anche perché chiaramente il calendario francescano deve in qualche maniera portare questa francescanità nel suo messaggio, nelle immagini, nei testi”.

La rubrica i “Coltivatori” continua a curarla padre Mario, ortolano per passione. E le previsioni del tempo? Per quelle Bruno Del Frate attinge al lavoro di ricerca di padre Mariangelo che era un uomo di grande cultura, un osservatore attento ai segni della natura attuali e raccontati negli archivi dei conventi.

Come fanno ad indovinare le previsioni del tempo?

“Per quanto riguarda la capacità di ‘indovinare’ le previsioni del tempo – spiega padre Daniele che è archivista dell’archivio storico di Assisi dei Cappuccini – padre Mariangelo utilizzò un criterio scientifico basato sulla statistica.

Padre Mariangelo consultando le “cronache” conventuali disponibili dal ‘600 fino ai giorni nostri, aveva elaborato delle tavole statistiche mettendo così in relazione gli eventi ordinari o straordinari della natura con le date, le fasi della luna e le macchie solari, e aveva notato che c’è una ciclicità nel ripetersi delle stesse condizioni meteo.

“Quindi – spiega Del Frate – se nel 1840 con quel quarto di luna ci sono stati quegli eventi, è probabile che con le stesse condizioni si ripropongano gli stessi fenomeni. Il problema oggi è che l’effetto serra ha cambiato il clima ed è più difficile fare previsioni, anche perché, per esempio, i fenomeni meteo si estendono a macchia di leopardo e si può avere una grandinata disastrosa qui e a 5 km di distanza il sereno”.

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Maria Rita Valli