Ho assistito nella sala dei Notari di Perugia alla conclusione del Convegno nazionale delle Acli (11 – 13 settembre), sul tema ‘Destra e sinistra dopo le ideologie’. Ho potuto apprezzare le conclusioni del presidente dell’associazione Andrea Olivero. Tra l’altro ha esortato i cattolici a guardare avanti, al di là delle ideologie del passato che hanno diviso e ancora continuano ad avvelenare i rapporti tra persone e schieramenti politici, conservando, tuttavia, alcuni valori, senza i quali la politica rischia di divenire bruto gioco mercantile, reintroducendo surrettiziamente nelle pieghe del mercato globale l’ideologia del mercato darwiniano, come direbbe Stefano Zamagni, che premia il più forte e il più furbo e relega i perdenti nella sfera dell’assistenzialismo. Quello che negli Usa si chiama ‘capitalismo compassionevole’. I cattolici – ma il discorso vale per tutti gli uomini onesti e sinceri – non devono acconsentire a questa deriva, e neppure fermarsi alla sfera sociale facendo volontariato e beneficenza. Oggi non si può rimanere sulla soglia della politica da semplici spettatori, lasciandosi trascinare da chi ha maggiore potere e capacità attrattiva. Si deve varcare la soglia della politica con coraggio, immettendovi dentro la ricchezza dei propri valori. ‘Non può, infatti, esistere, una democrazia senza valori condivisi – ha detto Olivero – da ricercare pazientemente al di là degli steccati antichi e nuovi’. Questi valori condivisi sono scritti nella Costituzione italiana e i cattolici ne trovano un valido fondamento nell’insegnamento sociale della Chiesa. Olivero ha parlato coerentemente di formazione, basata sulla Dottrina sociale cattolica, alla quale le Acli si sono ispirate fin dalla loro fondazione. Tutto ciò è da apprezzare e considerare valido per il popolo di Dio, chiamato ad avere cura delle sorti della città terrena, non meno che di quella celeste. In contro-tendenza possiamo notare, dopo le ideologie, la svendita dei propri sacrosanti valori da parte di chi, dovendo seguire la politica del partito maggioritario di riferimento o per non disturbare la corrente del partito nel quale si milita, chiude un occhio su scelte che contraddicono la fede e la tradizionale consuetudine di civiltà cristiana che si è professata. In campo opposto abbiamo coloro che vogliono rimarcare l’ideologia di appartenenza in forme statiche di radicalismo intransigente, a destra e a sinistra. In questo senso ci sembra quanto mai strana, anche se comprensiva da un punto di vista affettivo, la battaglia per trasmettere il cognome Mussolini ai figli da parte di Alessandra Mussolini, ed anche il monumento a Gramsci fatto innalzare dal Comune di Perugia nella zona Broletto, sede di uffici della regione. Sguardi rivolti a un passato che sarebbe meglio dimenticare o ricordare come monito per il futuro. Il tramonto delle ideologie dovrebbe portare a riconsiderare le dediche di molte vie, piazze e moumenti, che alla luce di quanto è successo dovrebbero essere concellate. Destra e sinistra nel mondo contemporaneo possono significare ancora qualcosa, ma non possono costituire una divisione netta, dualistica, manichea, in una società complessa, cambiata radicalmente. Si può essere assertori di valori assegnati alla destra insieme a valori detti di sinistra, che, in realtà, appartengono ad una visione cristiana della vita.
Destra, sinistra…e avanti
AUTORE:
Elio Bromuri