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David, testimone di una vita generosa

Un momento dei funerali di David Raggi
Un momento dei funerali di David Raggi

In migliaia hanno voluto portare il loro saluto a David Raggi al funerale nella cattedrale di Terni, gremita quanto piazza Duomo. Nel giorno in cui la città di è fermata per il lutto cittadino, parenti, amici, conoscenti e cittadini hanno accompagnato in silenzio e raccoglimento David, ragazzo amatissimo di questa città, ucciso a 27 anni dalla mano di un altro giovane, immigrato marocchino. “La costernazione e il dolore – ha detto il Vescovo – per la morte di David, in questo momento si trasforma in preghiera. Il nonsenso della morte, specie di una morte tragica, trova per i credenti un conforto che viene dall’Alto e ragioni di speranza in questa celebrazione.

Fin dal momento della morte di David, tutti noi abbiamo manifestato con gesti e con parole non solo il dolore, l’affetto e la vicinanza alla famiglia Raggi, ma anche indignazione, rabbia, commenti, proteste, accuse, auspici, nei confronti di chi, direttamente o indirettamente, c’entra con questa sciagura. Grazie alla famiglia Raggi per la testimonianza di compostezza civile e l’esempio di fede e di cristiana accettazione della volontà di Dio”. Dalle letture della liturgia, con il racconto dell’omicidio di Abele, mons. Piemontese ha sottolineato che “l’omicidio nasce dall’uomo che accetta solo se stesso e altri uomini come se stesso… L’omicidio è visto come cancellazione totale dell’altro dal proprio mondo.

La globalizzazione della ragione, oscurata e spesso leggera nel rispetto della vita umana, ci porta a vivere con superficialità, salvo poi sentirci colpiti nella carne viva quando le persone che amiamo vengono meno in maniera repentina e sotto i nostri occhi. E la rabbia esplode, e puntiamo il dito verso chi non ha impedito, non ha creato il ‘cordone sanitario’ della tutela e della sicurezza. Siamo noi i custodi della vita umana, dei tanti Abele che sono sulla terra. Ciascuno, cominciando da se stesso, può alimentare scelte e sentimenti di rispetto, di legalità, di vita sobria, di equilibrio nell’uso dei beni per prevenire lo stordimento della ragione che porta inevitabilmente a risentimenti, ritorsioni e contro-violenza che prima covano nel cuore e poi finiscono per alimentare la saturazione del clima rissoso.

David era un giovane generoso, amante della vita, che con la sua testimonianza, insieme a tanti giovani, contribuiva a purificare l’aria della nostra città dai virus che favoriscono violenza, insicurezza, intolleranza, razzismo… Cari giovani e tutti qui riuniti – ha concluso -, il ricordo di David ci rattrista, ma è anche motivo di speranza e di incoraggiamento a metterci al servizio dell’amore creativo: nella cura di chi è nel bisogno, nel rispetto della legalità, nella condivisione di saperi e di cultura, nell’impegno civile e sociale. E anche nella riscoperta della fede in Gesù Cristo, Dio fatto uomo e fratello di ogni uomo, morto e risorto perché ognuno abbia la vita piena e vera”.

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