Dap: Documento annuale di programmazione oppure “Doveva arrivare prima”? La governatrice umbra fissa su carta, riveduto e (molte volte) corretto l’elenco delle priorità per il suo gabinetto e l’opposizione, rispolverando una definizione abusata ma sempre efficace, parla di “libro dei sogni”.Lorenzetti però difende con il solito vigore l’elaborato, dando alla sua “pre-finanziaria” il multiforme valore di insindacabile agenda per i prossimi anni (“…e che nessuno scantoni”, minaccia la presidente) ma anche di rinnovato collante per un centro sinistra che pare ritrovare il senso dell’unità e della coesione smarriti il giorno dopo le elezioni di aprile. In effetti, per un breve attimo il secondo scopo, nel corso del dibattito consiliare, il Dap sembrava averlo conseguito: lo scalpitante verde Ripa di Meana, assente dall’aula per malattia, aveva addirittura inviato una lettera all’assemblea proprio per dire che su quel documento la maggioranza di aprile si sarebbe ricompattata, dopo gli screzi su Bonaduce e composizione delle commissioni. Ed invero il cossuttiano Donati, scontento da sempre per il trattamento che riserva al suo partito il resto della maggioranza, un passettino verso il consenso al documento lo aveva fatto. Timido, ma lo aveva fatto. Poi, nella coda è tornato il veleno. E tutto è rimasto come prima. Cioè, con mille e una divisione nel centro sinistra: quelle stesse divisioni che hanno sinora ritardato, e di molto, l’effettiva operatività di un esecutivo che invece tempo da perdere non ne avrebbe. Visto che deve preparare l’Umbria al federalismo, e che il federalismo rischia di strozzarla, l’Umbria. Insomma, già la situazione sarebbe complicata di per sè. Se ognuno ci mette del suo per peggiorarla.
“DAP”, DOVEVA ARRIVARE PRIMA
AUTORE:
Gad