Dal 21 al 27 luglio ho partecipato insieme a 700 persone, tra sacerdoti, disabili, malati e fedeli provenienti da varie parti d’Italia, al pellegrinaggio nazionale a Lourdes organizzato dal Centro volontari della sofferenza.
La delegazione di Perugia, guidata dal card. Gualtiero Bassetti, si è unita a Pisa agli altri pellegrini partiti in treno la sera precedente da Reggio Calabria. Siamo arrivati a Lourdes la mattina seguente. Il lungo viaggio in treno si è svolto senza particolari problemi grazie al servizio dei volontari, ben organizzato nel distribuire i pasti, nel preparare le cuccette e nel garantire con prontezza la loro presenza e disponibilità. Dopo i trasferimenti e la sistemazione nei centri di accoglienza (la maggioranza dei partecipanti al pellegrinaggio è stata sistemata nell’Accueil Notre Dame, molto funzionale e confortevole anche per gravi disabili) ci siamo subito immersi nell’atmosfera spirituale del santuario.
Le giornate sono poi trascorse velocemente, scandite da momenti di preghiera alla Grotta, celebrazioni religiose, catechesi tenute per i pellegrini dal card. Bassetti.
Ero già stato a Lourdes due volte in qualità di medico con il treno dell’Unitalsi nella seconda metà degli anni ’70 e ne ero rimasto molto impressionato. In seguito ho avuto modo di tornarvi per le riunioni annuali al Bureau Médical del Comitato medico internazionale di Lourdes, di cui sono membro da circa 15 anni. Il Comitato ha il compito di valutare le segnalazioni di guarigioni straordinarie e di stabilire se queste sono inspiegabili dal punto di vista delle conoscenze attuali della medicina.
Questa volta invece ho partecipato essenzialmente come pellegrino. Non conoscevo il Centro volontari della sofferenza, l’associazione fondata dal beato Luigi Novarese. Durante il pellegrinaggio mi sono reso conto del carisma e della spiritualità di questo beato dal modo con cui operano i suoi sacerdoti e i suoi volontari.
Ho potuto seguire le varie celebrazioni religiose e i momenti di preghiera comuni e personali. Pur tra una folla enorme di pellegrini e malati, ho osservato come la vita del santuario proceda con compostezza e raccoglimento, grazie soprattutto alla grande disponibilità di volontari giovani e meno giovani a svolgere il proprio servizio per le esigenze dei malati e dei disabili.
A Lourdes si va per pregare e “consegnare” alla Madonna le preoccupazioni e le sofferenze sia fisiche che morali proprie, dei familiari e degli amici, nella speranza di riceverne un sollievo. In genere non accadono apparentemente eventi straordinari e i problemi rimangono, anche se numerose sono le segnalazioni di grazie ricevute. Al termine del pellegrinaggio tutti tornano a casa con la consapevolezza di una fede e di una forza spirituale rinnovate per poter affrontare le difficoltà della vita quotidiana, in famiglia e nel proprio ambiente di lavoro. Questo è l’evento straordinario di Lourdes, avvertito soprattutto da quelli che hanno un maggior carico di sofferenze.