In occasione della IV giornata del dialogo cristiano-religioso, la Caritas della diocesi di Città di Castello e il coordinamento cittadini immigrati Avt, con il patrocinio dell’assessorato alle Politiche sociali del Comune tifernate, hanno promosso sabato 29 ottobre presso la sala consiliare del palazzo Comunale un incontro dal tema ‘Dopo l’Undici settembre: la rivincita del dialogo’. Hanno partecipato Silvano Mearelli, assessore alle Politiche sociali del Comune di Città di Castello, mons. Elio Bromuri, direttore de La Voce e docente di ecumenismo e dialogo interreligioso presso l’Istituto teologico di Assisi, Mostafa El Ayoubi, giornalista e caporedattore della rivista Confronti. Ha moderato l’incontro don Moreno Migliorati, vicedirettore della Caritas nonché responsabile di queste colonne diocesane de La Voce. Don Migliorati ha esordito auspicando una maggior attenzione al dialogo interreligioso anche negli anni futuri, dato che ‘non si nasce con l’apertura al dialogo e al confronto ma ci si educa con il tempo e con le strutture necessarie’. Nel suo intervento, l’assessore Mearelli ha sottolineato le difficoltà connesse al dialogo tra religioni, considerando anche che ‘le guerre sono scoppiate soprattutto all’interno delle stesse comunità, anziché in difesa dei propri confini’. Mons. Bromuri ha riflettuto sull’essenza del dialogo tra religioni. ‘Non ci illudiamo ‘ ha spiegato il direttore de La Voce ‘ che sia una passeggiata andare insieme in questo paese. Il dialogo è difficile anche perché gli interlocutori sono molteplici. Eppure, tutte queste difficoltà inerenti al dialogo devono essere razionalizzate come necessità vitale: chi non vuol fare il dialogo per amore, lo dovrà fare per necessità. Bisogna discernere correttamente l’identità e l’alterità presenti nelle religioni: i testi sacri vanno storicizzati assieme ai molti incitamenti alla violenza. Il tutto sulla scia dello ‘Spirito di Assisi’, partito proprio dalla nostra terra’. Il giornalista El Ayoubi ha focalizzato la sua attenzione sul concetto di laicità dello Stato. Egli ha così argomentato: ‘Non c’è dialogo senza riconoscimento dei diritti. Ecco, l’art. 8 della Costituzione italiana è stato applicato faticosamente soltanto per alcuni culti giudaico-cristiani. Il mondo musulmano si auspica che lo Stato diventi garante e mediatore tra i vari culti, poiché solo così può nascere un vero dialogo’.
Dalle Torri Gemelle ad Assisi
RELIGIONI. Le possibilità di 'rivincita del dialogo' sull'odio: incontro tra istituzioni e riviste
AUTORE:
Saverio Freddi