Tra le missioni che si prefigge di aiutare “Pezzi di stelle” con il ricavato della mostra “ExpoArt 2015” allestita fino al 22 novembre alla Galleria della Porta di corso Garibaldi, c’è anche quella di Antsirabe (Madagascar) dove vive e opera suor Nadia Sannipoli delle Piccole Sorelle del Vangelo. Torna utile una sua testimonianza appena resa nota su Camminiamo, il foglio di collegamento della diocesi eugubina. “Siamo in un quartiere povero, in mezzo alla gente. Qui a Antsirabe – scrive la religiosa eugubina – siamo molto impegnate nella prigione centrale, cercando di aiutare i prigionieri a ritrovare la loro dignità e a preparare il loro reinserimento nella società. Nella prigione le condizioni di vita sono molto difficili: il cibo è insufficiente, lo spazio limitato, le condizioni d’igiene poche, la possibilità di comunicare all’esterno minima, ecc. Noi abbiamo creato una cooperativa di ricamo: abbiamo cominciato con le donne, ma poi anche gli uomini hanno chiesto di lavorare e ora sono circa 180 quelli che ricamano. I detenuti sono contenti di poter aiutare la famiglia in momenti duri come la malattia o la morte, al momento della semina del riso o quando la scuola incomincia per i figli. Sono ancora più fieri quando, alla loro uscita di prigione, possono avere un piccolo gruzzoletto per incominciare una vita nuova: per questo scopo siamo noi che custodiamo i loro preziosi risparmi! Anche le donne che ricamano sono numerose. Con quello che guadagnano possono comperare ciò di cui hanno bisogno: del sapone, degli abiti usati, del cibo… Da ottobre ho cominciato a frequentare il luogo dove si trovano i bambini che hanno commesso qualche piccolo reato. Tutti i mercoledì vado per fare un po’ di dopo-scuola a quelli che, avendo avuto il permesso del Tribunale, frequentano la scuola (purtroppo sono solo 4) e l’alfabetizzazione per tutti gli altri. Questi ultimi sono molto contenti di riprendere una penna in mano e di avere un quaderno. Tutti vengono da famiglie molto povere… Nella vita di ogni giorno le sollecitazioni non mancano e la nostra fraternità sembra un porto di mare… dei poveri, delle persone malate, degli ex-prigionieri, tante persone che domandano di essere aiutate… Per tutte queste ragioni il vostro aiuto è prezioso e vi ringrazio in modo particolare a nome dei bambini della prigione: non hanno abbastanza cibo e ogni mese portiamo 50 kg di riso. Hanno bisogno di abiti e materiale vario per la vita di ogni giorno… e in più li prendiamo in carico per i loro problemi di salute”.