Martedì scorso nell’aula magna della Facoltà di Agraria di Perugia si è svolta una tavola rotonda, coordinata da Fabrizio Fatichenti, sul tema: “L’acqua fonte di vita, un’emergenza per il terzo millennio”. Vi hanno partecipato insigni studiosi che hanno trattato aspetti specifici, mentre l’arcivescovo Giuseppe Chiaretti ha rilevato l’aspetto ecumenico della “salvaguardia del creato” che tanto spazio ha avuto nei famosi incontri europei di Basilea (1989) e di Graz (1997). In questi anni i cristiani di tutte le confessioni si sono impegnati insieme in questo settore. L’iniziativa rientra nel quadro della “Giornata dell’acqua” che si è celebrata a Terni e presso la Cascata delle Marmore. L’articolo è scritto per noi da Carlo Cirotto, (ordinario di Citologia e Istologia – Università di Perugia), che al convegno ha tenuto una relazione sul tema “L’acqua, la vita e l’etica”. I primi astronauti che guardarono la Terra da lontano restarono colpiti dalla sua colorazione che sfumava dall’azzurro intenso della superficie al celeste tenue dell’atmostfera. La responsabile di questa straordinaria bellezza cromatica è, evidentemente, l’acqua degli oceani e dei mari, che copre più dei due terzi della superficie del nostro pianeta. È molto probabile che tutti i pianeti, ad eccezione di quelli gassosi, siano stati altrettanti mondi azzurri nei tempi che immediatamente seguirono la formazione del sistema solare, circa quattro milardi di anni or sono. Successivamente, per vari motivi, alcuni di essi inaridirono e l’acqua rimase, oltre che sulla Terra, solo sui corpi più esterni del sistema solare. Tra tutti i pianeti spiccano oggi, per aridità, proprio i nostri vicini più prossimi, Mercurio, Venere e Marte. Perché, potremmo chiederci, tutti e tre hanno perso la loro acqua mentre ciò non è successo alla Terra? La risposta è semplice. Perché sulla Terra c’è vita. L’acqua e la vita, sono profondamente interconnesse. L’acqua si è mantenuta per la presenza della vita e, al tempo stesso, la vita si è originata e si perpetua grazie all’acqua. Tutti gli esseri viventi, infatti, a partire dai più semplici, che sono le singole cellule, sono fatti da strutture chimiche assai complesse il cui componente fondamentale è l’acqua. L’acqua rende possibili le numerosissime reazioni necessarie al mantenimento della vita e, fluendo all’interno della cellula, promuove anche il loro coordinamento, divenendo l’artefice principale di quell’unità che contraddistingue ogni essere vivente. L’azione coordinante dell’acqua-che-scorre si verifica non solo all’interno delle singole cellule, ma anche tra le diverse cellule che formano i viventi macroscopici. Che cosa permette, ad esempio, ad una sequoia di comportarsi come un’unità e non come una pura e semplice somma di tanti minuscoli organismi quante sono le sue cellule? Lo permette una linfa acquosa che, scorrendo, mette in comunicazione le singole cellule, trasportando materiali e permettendo scambi di informazioni tra parti della sequoia anche molto distanti tra loro. E da cosa deriva il comportamento unitario di un elefante, di una giraffa o di un uomo? Deriva dal sistema sanguigno e da quello nervoso. Anche se un detto comune afferma il contrario, il sangue è essenzialmente acqua che, scorrendo, assicura la comunicazione tra tutte le cellule del corpo. Persino l’altro sistema di più raffinata unificazione, tipico degli animali, il sistema nervoso, deve le sue incredibili prestazioni ad un velo d’acqua che si interpone tra le sue cellule. Questo breve, ma significativo elenco di considerazioni naturalistiche mette in evidenza l’indispensabilità dell’acqua per ogni genere di vita e, di conseguenza, l’alta pregnanza etica degli interventi che andiamo a compiere su di essa. Non possiamo, infatti, pensare di modificare in qualche modo l’assetto idrico del pianeta senza che ne siano direttamente interessati gli equilibri dei sistemi viventi, senza che ne derivino conseguenze, spesso su larga scala, per la biosfera. Data l’enormità delle riserve d’acqua presenti sulla Terra, non sono immaginabili interventi umani volti a diminuirne significativamente la quantità. Sono però immaginabili, anzi sono già in atto, interventi volti a diminuirne la disponibilità. L’inquinamento è uno di questi. Interessa non solo le acque dolci, ma anche i mari, rendendo la vita difficile e spesso impossibile. L’umanità si rende in questo modo arbitra del presente e del futuro della vita stessa. Deve perciò operare una opzione fondamentale a favore o contro la vita e operare di conseguenza. Ben sapendo che l’opzione a favore vuol dire programmare con senso di responsabilità uno sviluppo sostenibile e promuovere un coerente stile di vita. L’utilizzo dell’acqua, insomma, comporta una serie di problematiche etiche di vasta portata che vanno affrontate e risolte senza inutili perdite di tempo.
Dall’acqua dipende la sopravvivenza dell’umanità, ma attualmente non c’è per tutti. In futuro sarà motivo di guerre tra popoli. Per evitare ciò sono mobilitati scienziati, politici e uomini religi
Acqua fonte di vita
AUTORE:
Carlo Cirotto