Dalla Palestina una storia resiliente di agricoltura bio

Sono tante le storie resilienti di agricoltura biologica e rispetto della Terra che si affermano anche in condizioni difficilissime; ed è importante farle conoscere in questo Tempo del creato. Ghassan è un palestinese di 33 anni e, pur laureato in Filologia inglese, ha scelto di seguire la sua vocazione agrobiologica dando vita alla Land and Farming Cooperative Association, azienda quasi tutta al femminile (12 donne e due uomini) nelle campagne di Burin, a soli 12 km da Nablus. Deve vedersela ogni giorno con i 1.200 coloni dei tre Territori occupati che quotidianamente lo minacciano, fino a bruciare o tagliare alcuni alberi di olivo e a spargere veleno sulla terra.

Deve contrastare le provocazioni dell’esercito israeliano che, soprattutto in prossimità del raccolto, fa sentire la propria pressione con perquisizioni e arresti. Si aggiungono il prezzo dell’acqua, che per i palestinesi ha un costo “maggiorato”, il boicottaggio delle aziende chimiche e la mentalità degli altri contadini che trovano più produttivo l’uso dei fertilizzanti chimici. Ma Ghassan prosegue in quella che lui stesso definisce una resistenza nonviolenta della Terra in nome della difesa della dignità di un popolo.

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