Molti, dal dopoguerra ad oggi, sono partiti dalle città e dai paesi dell’Umbria. Particolarmente i giovani in cerca di lavoro o per studiare, senza ripercorrere la via del ritorno. Si sente ripetere spesso il lamento di chi, rimasto nel luogo, vede diminuire progressivamente e ineluttabilmente la gente dai piccoli centri delle montagne e delle colline, sempre più isolate e lontane dai mondi vitali. Paesi colpiti dalla corrosione del tempo che sembra segnare i rintocchi del tramonto. La popolazione umbra invecchia e diminuisce, rimanendo nella media solo con l’innesto degli immigrati. E’ in atto da qualche tempo anche un certo ritorno di coloro che vengono a trascorrere le vacanze estive nei paesi di origine, dove hanno lasciato o si sono costruiti una seconda casa. E si sente dire, pur essendo circondati da stretto riserbo, che personaggi dello spettacolo e della politica, italiani e stranieri, abbiano comprato ville o casolari di campagna debitamente restaurati per trascorrervi pause di riposo al coperto dai disagi della popolarità. Vi sono anche insediamenti di comunità religiose non cristiane, con pochi adepti, ma piuttosto numerose, che vivono in silenzio le loro esperienze mistiche o pseudo tali. Queste presenze però, di vacanzieri, immigrati, vip o altro non cambiano il panorama della regione e non l’arricchiscono culturalmente, come invece accade con il ritorno dei benedettini a Norcia. Questo è un vero arricchimento per l’Umbria, perché riporta la regione alle sue origini, quelle che le hanno conferito un posto significativo nella storia dell’umanità. Da Benedetto, si può dire, parte tutto il grande movimento di risveglio religioso, culturale e sociale dell’Europa barbarica e l’Umbria ne ha risentito, come dimostrano le numerose abbazie e monasteri, un tempo centri vitali ed oggi ridotti ad un umiliante mutismo. Pezzi di archeologia religiosa da contemplare esteticamente e da usare per iniziative culturali. Il ritorno dei benedettini a Norcia, proprio là donde sono nati e cresciuti i gemelli Benedetto e Scolastica e donde sono partiti per la loro grande avventura, rappresenta, pertanto, un evento carico di significato e di valore spirituale e culturale. Per l’Umbria, inoltre, costituisce un segnale forte ed è stato giustamente sottolineato sia dalle autorità religiose a cominciare dal vescovo Fontana, sia dalle autori civili e, soprattutto, dalla popolazione locale. Questo ritorno ha un carattere particolare: i monaci vengono da lontano, dagli Stati Uniti d’ America. Da una terra scoperta dagli europei e da un popolo che noi orgogliosamente abbiamo considerato subalterno alla nostra civiltà (“Noi eravamo grandi e lor non eran nati!). Ora da quella terra riceviamo il frutto di ciò che i nostri padri hanno seminato. Forse il nostro è il tempo in cui possiamo attendere e sperare qualcosa solo se viene da lontano. Le caravelle fanno marcia indietro. Nella storia nulla è irreversibile. Benedetti i benedettini americani per la loro presenza nella terra di san Benedetto.
… da lontano
Un felice ritorno
AUTORE:
Elio Bromuri