Da famiglia a famiglia per ritrovare il bello del matrimonio

Nella casa di Lorenzo e Marusca sono accolte anche donne che hanno fatto l'aborto

Lorenzo e Marusca con i loro cinque figli abitano a pochi chilometri dalla Porziuncola. Da dieci anni ogni fine settimana ospitano coppie che cercano una pausa di riflessione, separati ed anche donne che hanno abortito. In casa due grandi ‘bacheche’ piene di foto di matrimoni e battesimi ricordano l’amicizia di coppie che con loro hanno vissuto una sosta di riflessione che ha segnato la vita. Quella di Marusca e Lorenzo, originari di Bergamo dove sono cresciuti e si sono sposati, è una avventura iniziata dopo pochi mesi dal matrimonio. Avevano deciso di vivere un anno di servizio in una comunità per i giovani vicino a San Masseo, ad Assisi e ci sono arrivati quando erano già in attesa di Miriam, la primogenita. Sognavano anche di andare in missione in terre lontane e povere, “ma evidentemente il Signore ha voluto che incontrassimo le povertà che sono nelle persone”, ed ha voluto che lo facessero come coppia, come famiglia. Hanno sempre lavorato con discrezione in spirito di servizio alle famiglie e alla Chiesa. Informano sempre il Vescovo di Assisi delle loro attività e collaborano come possono con iniziative rivolte alle famiglia o ai corsi di preparazione al matrimonio. Dio li ha condotti passo dopo passo, attraverso intuizioni e decisioni personali, confrontate sempre con il loro direttore spirituale, un frate francescano, chiaramente! Lasciata la comunità sono andati a vivere in una casa che stanno ancora ultimando. Hanno avuto momenti anche economicamente difficili, ed hanno scelto di adottare un bambino già grande, otto anni, e Down. Un arrivo che, confessa Marusca, “ci ha messo a dura prova ma non ci ha vinti”. Lorenzo lavora fuori casa, anche dieci ore al giorno (e quando torna dà una mano in casa) e alle famiglie che ospitano non chiedono nulla. Si sono affidati alla Provvidenza che non li ha abbandonati e soprattutto hanno sempre tenuto ferma la scala di valori che si sono dati: prima viene la coppia, poi i figli, poi tutto il resto, perché, spiega Marusca, se è vero che “quando ci si sposa si è in tre, marito, moglie e Dio”, ci si deve ricordare che “si promette amore e fedeltà al marito, non ai figli”. Puntualizzazione che aiuta a tenere il difficile equilibrio perché i figli e gli impegni rischiano di annullare i tempi e le energie della coppia. In questi dieci anni hanno ospitato più di mille coppie, incontri mai superficiali da cui traggono l’esperienza con cui parlano delle realtà familiari. Le famiglie che varcano la soglia di casa Gusmini non sanno cosa vanno a fare, non ci sono programmi. Spesso sono coppie in crisi e poiché “ogni coppia è una storia a sé” ne accolgono una alla volta. Marusca e Lorenzo offrono la loro testimonianza di vita, poi lo Spirito santo fa il resto. E che lo Spirito sia il grande protagonista della loro vita e della vita delle persone accolte, ne sono pienamente convinti. Per un fine settimana la coppia condivide la giornata e i momenti di preghiera a tavola e la sera con i bimbi liberamente sdraiati sui divani perché “siamo in famiglia, non posso pretendere che stiano in ginocchio come in chiesa”. Un’Ave Maria introduce la lettura del Vangelo della liturgia del giorno letto sempre da Lorenzo “perché è importante che sia il papà a portare la Parola di Dio in casa.Poi ciascuno fa la sua preghiera ed è il momento in cui con i bambini vengono fuori le cose più belle ed impensate. La convivenza favorisce il dialogo che per Lorenzo e Marusca non è un ascolto passivo o semplicemente curioso: è un entrare nell’animo delle persone che richiede fatica, attenzione e soprattutto “grande capacità di misericordia” perché “al suo posto potrei esserci io”. “Tu che hai avuto la grazia di non commettere certi errori devi ringraziare Dio” dice Marusca. Lei ha cinque figli e non le è mai venuto in mente di abortire, ma ha imparato dalle donne che ha incontrato, che l’aborto uccide due persone: il bimbo e la madre, e distrugge la famiglia. Non hanno scelto di occuparsi di questo dramma. Ci si sono trovati davanti quando hanno ospitato una coppia, sposata da anni e impegnati nella Chiesa, che aveva continui incomprensibili litigi finché non saltò fuori che anni prima avevano scelto di abortire. Fu un incontro sconvolgente che li trovò impreparati, ma intuirono che quello non doveva essere un caso isolato. Così era infatti, perciò decisero di prepararsi e proporre degli incontri proprio per chi aveva fatto questa tragica scelta. Queste donne, spiega Marusca, arrivano “dal confessionale” perché questi argomenti li affrontano solo con il confessore o con lo psicologo. Non se ne parla tra coniugi e men che meno pubblicamente. “Tutte le donne hanno incubi, sognano il figlio rifiutato, molte lo fanno crescere nel segreto dei pensieri e del cuore, ricordando continuamente come sarebbe ora. Sono distrutte dentro dal pensiero di essere odiate dal figlio mai nato, e odiano a loro volta le persone che le hanno spinte ad abortire per primo il ginecologo ma anche marito, fidanzato, sorella o madre. Marusca e Lorenzo, con l’aiuto di altre persone, propongono a queste donne un “cammino di risurrezione” ovvero le aiutano a ritrovare la speranza di pace e serenità, di un dolore per la perdita di un figlio che non sia più disperazione che annienta ogni bene. Le aiutano a riscoprire la misericordia di Dio che sempre offre la possibilità di riprendere in mano una vita sofferta. “Per fare le leggi ci vogliono i parlamenti e i grandi uomini, per mettere le toppe ai disastri delle leggi il Signore si serve di deboli donne” commenta Marusca parlando della Legge sull’aborto che pur permettendolo “non riconosce la depressione post-aborto che pure è peggiore di quella post-partum”. Donne abbandonate prima e dopo l’aborto, ed i guasti si vedono nella famiglia, senza sapere da dove nascano. Donne abbandonate da uomini che con la scusa che “è una scelta che devi fare tu” non riconoscono le proprie responsabilità. Di questi problemi non si parla, è come se non esistessero, eppure ci sono e tutti devono sapere cosa provoca l’aborto nelle persone che lo fanno per impegnarsi di più a sostenere le donne che affrontano una gravidanza indesiderata. La speranza, confessa Marusca, è che la loro piccola esperienza di donne contribuisca almeno a cambiare la legge.

AUTORE: Maria Rita Valli