Erano 2.404 i pellegrini che, partiti in ore antelucane nella prima mattinata del 12 giugno dalle varie parrocchie della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, hanno preso parte all’udienza papale del mercoledì in piazza San Pietro. A guidare il pellegrinaggio, che si inserisce nel cammino di preparazione all’arrivo del Papa in Assisi il prossimo 4 ottobre, è stato il vescovo, mons. Domenico Sorrentino. Con lui, insieme al vicario generale mons. Maurizio Saba (già a Roma dal giorno precedente per attendere i pellegrini), e una folta rappresentanza del presbiterio diocesano, sono partiti alla volta di piazza San Pietro anche il primo cittadino della città serafica, Claudio Ricci – che ha viaggiato su uno dei quattro pullman partiti dalla città serafica – e alcuni Sindaci dei Comuni nel cui territorio è distribuita la diocesi. Complessivamente 48 i pullman impiegati, oltre a due-tre pulmini e alcune auto. Nonostante la ‘lite con Morfeo’ e la vittoria sullo stesso, non tutti sono riusciti ad entrare sulla piazza. Presenza significativa è stata quella di 36 ragazzi ospiti dell’Istituto Serafico con i rispettivi accompagnatori, il personale medico e infermieristico e la presidente, Francesca di Maolo. I ragazzi, per rispettare i loro ritmi, sono partiti con lieve ritardo rispetto agli altri, ma sono stati, con gioia di tutti i pellegrini, collocati in postazioni privilegiate per poter vedere il Papa. Papa Francesco si è avvicinato ai ragazzi del Serafico, ha abbracciato lungamente Fabio, ha fatto una carezza al viso emozionato di Antonio mentre gli porgeva la sua felpa bianca in regalo, che il Santo Padre ha accettato con dolcezza indescrivibile. La presidente Francesca Di Maolo dopo un brevissimo colloquio ha donato al Papa una casa in ceramica realizzata dai ragazzi e gli ha consegnato una lettera che lo invita ufficialmente in Istituto il prossimo 4 ottobre in occasione della sua visita ad Assisi. Dopo l’udienza, e “conquistata” l’uscita dalla piazza, le varie comunità parrocchiali e/o unità pastorali si sono dislocate, per il pranzo, in vari luoghi della Città eterna (nonché in qualche ristorante di periferia). Si sono quindi ritrovate tutte insieme, presso il santuario della Madonna del Divino Amore, per la concelebrazione dell’eucaristia presieduta da mons. Sorrentino. Insieme alla nostra diocesi erano presenti un’altra decina di piccoli gruppi. Il Vescovo ha ricordato come, 800 anni or sono, il Poverello di Assisi venne a Roma dal “signor papa”, e mai avrebbe immaginato che uno di essi avrebbe assunto il nome di Francesco. Questo per noi è motivo di grande gioia, ma anche motivo di impegno nel seguire Gesù Cristo sui percorsi indicati dal “serafico in ardore”. Così come costituisce, per la comunità diocesana – in tutte le sue componenti – motivo di profonda gratitudine a Papa Francesco che, in modo particolare, il prossimo ottobre, venendo fra noi, “ci aiuterà a metterci convintamente sulle orme del Poverello”, per l’unico approdo: “Gesù, sempre più conosciuto, amato, testimoniato”.
Il “signor papa”
Il motto del pellegrinaggio era “Con Francesco dal ‘signor papa’ Francesco”. Titolo nel quale il Poverello esprimeva una devozione particolare nei riguardi del successore di Pietro, nella consapevolezza che il primo degli apostoli è garante di una Verità che salva. A lui affidata dal Signore Gesù, come ministero da esercitare a favore della Chiesa sparsa su tutta la terra. E dunque, anche garante di percorsi che possano condurre a questa Verità; e degno di essere ascoltato e seguito. Proprio per questo – come scrive Tommaso da Celano – il Poverello “si recò a Roma, desiderando grandemente che il signor papa Innocenzo III confermasse quanto aveva scritto” (FF, 373).