L’Italia è affidabile dal punto di vista finanziario? Tutti vogliamo pensare che lo sia, ma alcuni importanti elementi indicatori ci dicono che altri non condividono questa opinione di noi. Uno di tali indicatori è lo spread, indice che misura matematicamente il diverso grado di fiducia che ottengono i buoni del Tesoro italiani e gli analoghi titoli emessi da altri Stati. Un altro è il punteggio sempre più basso che ci assegnano le “agenzie di rating”.
Dobbiamo credere a questi indicatori? L’attuale maggioranza di Governo dice di no, dice che sono manipolati dagli speculatori. Ma se pure è vero che ci sia un po’ di speculazione, resta da chiedersi perché gli speculatori giochino con i titoli italiani, mentre quelli tedeschi se li tengono stretti in cassaforte benché rendano interessi molto più bassi. La spiegazione più semplice è che gli speculatori attaccano l’Italia (se è vero che lo fanno) perché è attaccabile; e lo è, è perché il suo sistema economico è debole e vulnerabile. La speculazione non è la causa ma l’effetto.
Da alcuni punti di vista l’economia italiana va bene: ce lo dice il saldo attivo del nostro commercio con l’estero (esportiamo molto più di quanto importiamo).
Ma se guardiamo ad altri aspetti vediamo inefficienze, sprechi, ritardi (continua a leggere sull’edizione digitale de La Voce, basta registrarsi).
Pier Giorgio Lignani