La riflessione del vescovo mons. Cancian su “La nostra Chiesa nel prossimo anno pastorale” ha concluso l’Assemblea diocesana che si è svolta il 17 e 18 settembre.
Dopo una prima considerazione sull’attuale situazione della diocesi in seguito agli spostamenti di alcuni parroci e sulla condizioni di molti sacerdoti tifernati, anziani o malati, il Vescovo presenta una anteprima delle linee pastorali che guideranno la diocesi nell’anno a venire.
La Chiesa di Città di Castello seguirà nel prossimo anno un cammino alla luce della Misericordia, sulla cui centralità Papa Francesco ha molto insistito fino a indire uno speciale Anno santo che si aprirà il prossimo 8 dicembre. “Questo appuntamento – dice mons. Cancian – non deve essere solo devozionale. Dietro questa parola c’è il cuore del Vangelo; e l’uomo di oggi, privo di relazioni e smarrito di fronte ai grandi interrogativi della vita, ha estremo bisogno del balsamo della Misericordia.
Questa parola non deve essere banalizzata, non va trasformata in buonismo, è essa che può favorire un cambiamento radicale di pensiero e donarci un cuore nuovo”.
Nel prossimo anno liturgico verrà letto il Vangelo di Luca che è l’evangelista che, più degli altri, usa la parola “misericordia”, ma anche san Paolo per esempio nella Lettera ai Colossesi (3,12) indica alla Chiesa il cammino verso la comunione fraterna. “Vedo nella nostra Chiesa ancora molto individualismo – dice il Vescovo. – Dobbiamo crescere nella condivisione, collaborazione e comunione dimostrando disponibilità al cambiamento, a nutrire relazioni fraterne anche attraverso il progetto delle Unità pastorali e il coinvolgimento dei laici.
Ho una percezione positiva del lavoro delle parrocchie ma dobbiamo adoperarci perché questi processi non si interrompano. Tutti siamo chiamati in causa a responsabilizzarci nei confronti della famiglia, dei giovani, favorendo alleanze educative che li formino e li guidino alla scoperta del valore della vita, anche vocazionale”.
E infine la Misericordia passa anche attraverso l’accoglienza che spinge l’uomo a ricollocarsi nella società attraverso l’impegno. La comunità tifernate seguirà l’invito recentemente mosso dal Papa ad accogliere una famiglia di poveri in ogni parrocchia. La diocesi sta compiendo questo sforzo: sono al vaglio proposte e progetti di accoglienza a livello di Unità pastorale da strutturare attraverso la Caritas locale.
Al termine della riflessione del Vescovo hanno animato l’assemblea alcuni interventi, tra i quali quello di padre Francesco Pierli, missionario comboniano rientrato a Città di Castello dall’Africa per un breve periodo. “Non si può fare misericordia senza concrete indicazioni di apostolato sociale – ha detto. – Emergiamo da un millennio contrario all’accoglienza, iniziato con le crociate come risposta della Chiesa alla diversità.
È necessario reinventare la cultura dell’accoglienza, e il Concilio Vaticano II ne ha sancito la base. Identificare e destrutturare ciò che nella Chiesa è contrario all’accoglienza, smontare la cultura della difesa a favore dell’educazione alla collaborazione tra diversi”.