La Sagra musicale umbra, festival musicale internazionale nato nel 1936 per diffondere musica religiosa antica e moderna non sempre conosciuta e accessibile, in questa ultima edizione – la 67a – ha presentato una novità assoluta: una composizione sul Credo, premio “Francesco Siciliani”, il maestro che per decenni ne è stato direttore artistico. Ha collaborato il Pontificio consiglio della cultura.
Sono pervenute la bellezza di 210 partiture da tutti i Continenti (tranne l’Africa). La finalità del concorso è stata quella di stimolare i compositori contemporanei a produrre opere ispirandosi al tema religioso, come hanno fatto quasi tutti i grandi musicisti del passato. Un invito quanto mai opportuno, vista la produzione artistico-religiosa del nostro tempo molto modesta nella quantità e nella qualità. Il 14 settembre nella basilica benedettina di San Pietro, a Perugia, abbiamo ascoltato le tre composizioni che alla Giuria internazionale sono sembrate le più meritevoli, rispettivamente quella di Giovanni Bonato, di Bruno Moretti, di Antonio Eros Negri. L’esecuzione era affidata al St Jacobs Chamber Choir di Stoccolma, diretto da Gary Graden, un coro parrocchiale amatoriale di grandi capacità. Nella sintassi musicale contemporanea sono di casa i movimenti melodici cromatici, le dissonanze armoniche anche con stridenti semitoni, la distribuzione sillabica di una parola a diversi settori in modo che la sillaba precedentemente cantata e tenuta inizia l’accordo con la nota della sillaba successiva, sì che l’accordo completo si ottiene al completamento dell’intera parola. Dal punto di vista ritmico, non c’è tempo stabilito ma l’accentuazione è data dalla scansione vocale del testo: “novità”, questa, già di norma nell’antico gregoriano. Questi procedimenti erano presenti nelle composizioni eseguite l’altra sera, naturalmente impiegati secondo le scelte degli autori. L’opera di Bonato è stata interpretata dai coristi distribuiti in piccole formazioni davanti al presbiterio e in tutti i lati all’interno della basilica. La partitura risultava concepita con materiale armonico contemporaneo, spesso atonale, ma sempre gradita all’ascolto; la successione delle formazioni corali in piccoli ensemble era pluridimensionale e creava un’atmosfera suggestiva nel tempio, meraviglioso nei suoi dipinti, ed ora completato con il ricco e svolazzante mondo di questa struggente colonna sonora. Piccoli e sobri interventi di triangolini, inseriti intonati negli accordi, e anch’essi dislocati, accentuavano la suggestione nella loro semplicità. La composizione di Bruno Moretti si distingueva per un discorso più corale: la massa delle voci era in unica ravvicinata formazione e quindi il discorso risultava sonoro e ieratico. Qui c’era anche l’organo, non come accompagnamento: era quasi un’altra voce, sobria, delicata, nei diversi timbri di registri; mai ingombrante, si introduceva come voce solista; suggerimento ad elevazione dell’animo alla preghiera. Il Credo musicato da Antonio Eros Negri, restando nella accennata ricerca armonica dei musicisti dei nostri giorni, ove le dissonanze sono pane quotidiano, dava l’impressione di una maggiore adesione alla liturgia, cui siamo abituati secondo la nostra educazione; ci è sembrato cioè un riuscito connubio arte-preghiera corale, assembleare, ben legato, quanto mai coinvolgente. Le voci costituiscono un coro robusto, un “insieme” eloquente nella preghiera e nella professione di fede. L’iniziativa del concorso è stata opportuna, positiva, proficua. L’apporto al repertorio della musica sacra è consistente. Pensiamo che oggi, dunque, abbiamo 210 nuove composizioni sul nostro Credo, quindi religiose e secondo il linguaggio proprio dell’arte musicale. L’intenzione dei promotori è artistica e culturale, ma certo non esclude un uso liturgico nella oculata scelta da parte di chi, in luoghi prestigiosi – come cattedrali, basiliche, santuari – sappia preparare l’esecuzione dignitosa con complessi capaci di affrontare la complessità.
La premiazione
Il premio “F. Siciliani” è stato assegnato alla composizione del maestro Giovanni Bonato al quale è andato anche il premio del pubblico presente in basilica, invitato a votare sull’iPad che ha restituito i risultati in tempo reale. Al maestro Negri è andato quello della critica. Dunque il risultato è da primo premio per la Fondazione Musica classica di Perugia – occorre nominare i dirigenti Anna Calabro, Franco Buitoni, Alberto Batisti – che ha ideato e realizzato il Concorso e per il Pontificio consiglio per la cultura che lo ha avallato.