Costantino, il primo imperatore cristiano

Quattro giorni di convegno, tra Perugia e Spello, dedicate alla sua controversa figura storica

È noto a tutto il mondo per essere stato il primo imperatore cristiano della storia. Dal 27 al 30 aprile, in occasione delle celebrazioni per i 1700 anni di regno, Perugia e Spello gli dedicheranno un convegno internazionale dal titolo “Costantino prima e dopo Costantino”. Una quattro giorni che si inserisce nell’ambito di varie celebrazioni che a partire dal 2006, e fino al 2013, hanno coinvolto e continueranno ad interessare alcune città italiane e europee quali Treviri, Rimini, Città del Vaticano, Milano. “L’idea – spiega la prof.ssa Lizzi Testa, curatrice della mostra insieme al prof. Giorgio Bonamente – è stata di fare un convegno che affrontasse non soltanto uno dei tanti aspetti relativi a Costantino, ma di esaminare il contesto in cui si trovò ad operare Costantino e il mondo che, nei due secoli successivi, realizzò la grande svolta. Abbiamo scelto di farlo partendo da una ricorrenza, l’editto di Galerio (30 aprile 311, da qui la scelta di svolgere il convegno nel 2011), un editto firmato da tutto il collegio imperiale, compreso Costantino, con il quale si pose fine alle persecuzioni e, per la prima volta, si concesse la libertà di culto ai cristiani. Un momento importantissimo che ci permetterà di trattare liberamente anche altri aspetti del periodo costantiniano”. La quattro giorni di studio si articolerà principalmente in tre ambiti, con particolare attenzione verso quello religioso: “Perché Costantino è stato davvero un imperatore profondamente religioso” sostiene Lizzi Testa. Tenendo sempre presente l’editto di Galerio, a cui saranno dedicate due lezioni, verrà approfondita la questione di come Costantino abbia vissuto il cristianesimo “secondo un aspetto, certo molto moderno – continua la Lizzi Testa – che Marta Sordi (storica cattolica del mondo antico) ha definito di tolleranza religiosa”. Altro tema sarà quello della conversione, per valutare in che modo questa si incontri con la tematica della tolleranza religiosa e come quest’ultima, a sua volta, venisse vissuta da un imperatore romano che viveva in un contesto ancora pagano. “Fino a qualche anno fa, infatti – sostiene la prof.ssa Lizzi – la tesi dominante era che Costantino avesse scelto il cristianesimo perché il mondo era già tutto cristiano: una dimensione errata e ormai superata. Oggi ciò su cui si dibatte di più – prosegue – sono le connessioni tra conversione e le sue manifestazioni oggettive, quali ritroviamo nelle fonti (come leggi e atti di governo), su come combinarli in un quadro che sia coerente e non manicheo. C’è ancora tanto lavoro da fare, perché quando si abbandonano schemi vecchi e si comincia a lavorare con occhi nuovi sui documenti, si rimette tutto in discussione e si scoprono delle prospettive incredibili”. Attenzione sarà dedicata anche al contesto in cui l’imperatore lavorava, affrontando temi quali la cosiddetta “svolta costantiniana” che tale fu non solo in ambito religioso, bensì in quello militare, istituzionale, economico, sociale e culturale. Ricordiamo che in quel periodo (III sec. d.C) l’Impero stava rischiando il disfacimento. Guerre e invasioni erano all’ordine del giorno. Gli imperatori si erano susseguiti anche a distanza di pochi mesi o di qualche giorno e l’inflazione era galoppante. Grazie all’intensa attività svolta in campo economico, politico e militare prima da Diocleziano e poi da Costantino, l’impero poté risorgere dalle rovine.

AUTORE: Manuela Acito