Così la Caritas di Spoleto è riuscita a far crescere la cultura dell’accoglienza

Il direttore della Caritas di Spoleto-Norcia, don Edoardo Rossi, e l’avvocato Silvia Antonelli, operatrice impegnata nell’assistenza ai migranti, hanno portato la loro testimonianza all’incontro promosso dal progetto Voci dal mondo a Spoleto, il 27 settembre 2024. Hanno affrontato tematiche cruciali come la collaborazione tra le associazioni locali, il ruolo della Caritas e le esperienze di accoglienza.

Don Edoardo Rossi ha sottolineato come la Caritas sia un punto di riferimento costante sul territorio, operando in stretta sinergia con le altre associazioni e i servizi sociali del Comune di Spoleto. L’ha descritta come una “sentinella” che guarda lontano, favorendo una rete di collaborazione per affrontare le emergenze, che siano calamità naturali, pandemie o l’accoglienza dei migranti.
Grazie a questa “rete di pronto intervento”, la comunità locale ha sviluppato una forte cultura dell’accoglienza, basata sull’armonia e la condivisione, con l’obiettivo di garantire un’integrazione efficace.

Silvia Antonelli ha illustrato l’importanza della cooperazione tra la Caritas e altre realtà locali per l’accoglienza dei migranti africani, spiegando che l’integrazione non si limita a fornire servizi di base, ma punta a evitare la marginalizzazione.
Con l’attivazione di corsi di italiano presso la Locanda della Misericordia, l’obiettivo è quello di rendere visibili e partecipi i migranti nella vita sociale e culturale della città, evitando di relegarli ai margini e favorendo la loro integrazione nel cuore della comunità spoletina.

La testimonianza di Olga,e dei Corridoi umanitari

Un esempio concreto di accoglienza e integrazione è venuto da Olga, una madre single che vive in Italia da 13 anni, di cui 12 a Spoleto.
Nonostante le difficoltà legate alla conciliazione tra lavoro e cura della figlia, Olga rappresenta una delle tante persone che cercano di costruirsi una vita dignitosa grazie al supporto delle strutture locali.

Don Edoardo ha raccontato, inoltre, l’esperienza della Caritas con i “Corridoi umanitari”, con particolare riferimento all’accoglienza di una famiglia siriana nel 2019.
Questa esperienza è stata definita come un vero e proprio esempio di accoglienza genuina da parte della comunità, che ha offerto supporto senza giudizi.
La famiglia siriana, ha raccontato don Edoardo, si è integrata con successo, con i figli che frequentano le scuole locali e il padre che lavora. Questa vicenda, ha aggiunto don Edoardo, dimostra come la comunità di Spoleto sia in grado di accogliere chi fugge da condizioni di vita difficili, come la guerra e l’oppressione.

Una riflessione sulla Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato

In occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, don Edoardo ha riflettuto sul messaggio di Papa Francesco che ricorda come la Chiesa stessa sia un “popolo migrante”, in cammino verso una destinazione spirituale.

Il richiamo a considerare l’umanità come un’unica razza, senza divisioni, risuona con forza in un contesto in cui il fenomeno migratorio è spesso accompagnato da sentimenti di paura o estraneità. Don Edoardo ha ricordato la sua esperienza personale di missione in Costa d’Avorio, presso una struttura delle suore della Sacra Famiglia di Spoleto. In quell’occasione ha lavorato a stretto contatto con orfani e bambini. Don Edoardo ha sottolineato l’importanza dell’aiuto a distanza, come quello attuato dalla diocesi attraverso l’adozione di classi scolastiche in Congo.

Queste testimonianze mostrano come la Caritas, insieme alla comunità di Spoleto, continui a lavorare instancabilmente per offrire aiuto a chi si trova in difficoltà, promuovendo l’inclusione e la solidarietà a livello locale e internazionale.

Alonso Vite

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