“Il progetto Policoro è la risposta della Chiesa alla disoccupazione giovanile. È una risposta non necessariamente concreta, in quanto il progetto non fornisce direttamente un’occupazione, ma accompagna il giovane, gli fa da ponte nella ricerca di un lavoro”. Questa la definizione del progetto Policoro data dalla referente (tecnicamente “animatore di comunità”) della diocesi di Perugia – Città della Pieve Francesca Ragnacci. All’interno della filiera nazionale del progetto c’è anche Confcooperative, cui Policoro si appoggia per un aiuto formativo e di supporto. Il convegno “Giovani e il lavoro che (non) c’è” ha fatto il punto sulla situazione del territorio, per capire come funziona la comunicazione con i giovani ed è stato inserito nel piano formativo delle scuole che hanno partecipato. L’idea che ci ha orientato, spiega Francesca, è stata di trasmettere un messaggio positivo. “Con il Progetto Policoro vogliamo dare una speranza concreta ai giovani, vogliamo dire loro che uno vuole può lavorare perchè la situazione non è proprio come ci viene dipinta. È tragica sì, ma si può fare qualcosa. Il “non” messo fra parentesi nel titolo sta proprio a significare che il lavoro sembra non esserci ma in realtà c’è”. La principale problematica collegata al territorio su cui il progetto Policoro sta lavorando è “la poca spinta dei giovani nel darsi da fare e la mancanza di sostegno anche, talvolta, da parte delle famiglie, ai figli che vogliono mettersi in gioco”. Per questo si cerca di “utilizzare al meglio anche l’opportunità data dall’alternanza scuola-lavoro”. A dicembre il progetto Policoro diocesano si arricchirà di un nuovo animatore di comunità che affiancherà Francesca nel suo terzo ed ultimo anno di servizio previsto dal contratto. Poi anche lei dovrà inventarsi un lavoro con l’esperienza maturata per aiutare gli altri.
Cos’è il progetto Policoro?
AUTORE:
Maria Rita Valli