Corso di cucina per un futuro reinserimento fuori dal carcere

Cibo e sbarre si riconciliano grazie a un progetto ambizioso e concreto. Un corso di cucina, previsto nell’ambito del progetto “Opportunità lavorative professionalizzanti” finanziato dal ministero della Giustizia e riservato a 10 detenuti, organizzato all’interno del Nuovo complesso penitenziario di Perugia dalla cooperativa sociale Frontiera lavoro, per dare un futuro a quanti, tra i circa quattrocento detenuti ospiti della struttura, hanno ancora voglia di coltivarlo.

Le testimonianze di Vladislav, dello chef Stifani e di Satur

Accade così che – nel “carcere dei paradossi” – Vladislav, 24 anni, molti dei quali trascorsi in diversi istituti penitenziari tra piccoli e grandi reati, quasi senza alternative, ritrovi un progetto di vita tra mestoli e padelle. Lo vedi impegnato a sminuzzare le verdure, farcire le carni, condire una fragrante pizza.  Una passione che diventa un sogno, magari un proprio ristorante una volta fuori dal carcere. Quel tempo passato dietro le sbarre che diventa momento formativo, per imparare a fare e a essere qualcosa di diverso, grazie a un’opportunità per imparare a lavorare e la speranza di continuare il mestiere della cucina, una volta “fuori”.

Sono 215 le ore di lezione, al termine della quali è previsto l’esame di qualifica; coordinate da chef di comprovata esperienza e competenza: Catia Ciofo, Addolorata Stifani, Donatella Aquili, Paolo Staiano e Daniele Guerra.

“Gli allievi – spiega la chef Stifani – vengono suddivisi in piccoli gruppi, lavorando in cucina con materiali e prodotti di qualità. Al termine di ogni lezione monotematica la carne, il pesce, l’orto, la pasticceria, i piatti preparati vengono consumati insieme”. Il corso di cucina è non solo un’esperienza professionalizzante, ma anche motivo di incontro e integrazione tra culture.

Nell’istituto penitenziario di Perugia sono presenti molti detenuti stranieri che adesso stanno diventando in un certo senso portavoce della cucina mediterranea e dei piatti della tradizione umbra. Come Satur, 32 anni, albanese: “Sto imparando tante cose nuove, specialmente riguardo gli ingredienti base della cucina italiana e modi di cottura che prima non conoscevo”.

L’esperienza formativa per ricominciare a vivere

L’esperienza formativa aumenta il grado di stima dei detenuti, consentendo una riscoperta della loro dignità, favorendo una rinnovata socialità e incidendo sulla recidiva, migliorando i comportamenti individuali e le abitudini sociali. Solo così riusciranno a ricominciare a vivere con dignità.

La cena di gala “Golose evasioni”

“Il progetto – dichiara Roberta Veltrini, presidente di Frontiera lavoro – ha l’obiettivo di fornire le competenze base sulle diverse professionalità che possono operare in un contesto lavorativo propedeutico a un successivo reinserimento sociale della persona detenuta”. Gli allievi daranno un saggio delle competenze acquisite durante la cena di gala “Golose evasioni”, giunta all’ottava edizione, che si svolgerà giovedì 21 novembre proprio all’interno della struttura penitenziaria di Capanne, e sarà aperta anche alla cittadinanza, che potrà gustare un menù d’autore.

Luca Verdolini

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