Bel colpo d’occhio, la solennissima processione del Corpus Domini a Perugia, fra due ali di folla, con il Sindaco in pompa magna sul portale del palazzo a ricevere, secondo l’uso, la benedizione rivolta specificamente a lui e alla città. Ma, contrariamente al solito, la processione non avanzava in linea retta nel pure spazioso corso Vannucci, bensì serpeggiante, perché il centro esatto della strada era occupato in vari punti da certe ingombranti installazioni messe lì a fare pubblicità a un qualche trascurabile prodotto in occasione della settimana commerciale del Nonsochecosa; e il baldacchino che sovrastava il Santissimo ha dovuto girarci intorno. Fossi stato al posto del Sindaco, sarei arrossito. Non ci voleva molto a smontare e poi rimontare quelle cose, se qualcuno si fosse presa la responsabilità di darne l’ordine. Prima di essere credenti o non credenti, lo volevano l’estetica, il buon gusto e la dignità. Certo il degrado urbano di Perugia ha manifestazioni enormemente più gravi, come sappiamo, ma almeno certe figuracce si potrebbero risparmiare. L’episodio, pure infimo, conferma che in questo Paese ormai la pubblicità conta più della religione. Anzi la pubblicità “è” la religione dei nostri tempi. I suoi protagonisti, i suoi riti, sono sacri e intoccabili. Nessuna attività economica rende quanto la pubblicità, come dimostra la storia dell’uomo più ricco d’Italia. La pubblicità soggioga le menti, suscita emozioni, orienta i gusti delle masse. Puoi produrre la cosa più futile del mondo, ma la venderai come il pane se indovini la pubblicità giusta, magari con qualche star di fama mondiale (a sua volta alimentata dalla pubblicità) e ci impegni una quota adeguata dei tuoi investimenti (in qualche campo i due terzi, se no la metà o un terzo dell’investimento globale). L’essenza della pubblicità non è dare informazioni sul prodotto, ma fare venire la voglia di comprarlo. Il consumatore, felice, compra e paga, senza chiedersi se quella cosa gli serve davvero. È la pubblicità l’oppio dei popoli, mica la religione, come credeva Marx. Infatti l’arcivescovo Bassetti deve cedere il passo davanti a un totem pubblicitario.
Corpus Domini ad ostacoli
AUTORE:
Pier Giorgio Lignani