Mettere insieme cooperazione sociale e internet sembra un accostamento audace. La ‘rete’ informatica può aiutare il settore, in particolare quella parte che si occupa di servizi alla persona? Cristina Montesi, ricercatrice universitaria coordinatrice della ricerca sulla ‘Net – Economy delle cooperative sociali della provincia di Perugia’, ritiene che la risposta sia positiva, e non solo sotto il profilo più strettamente imprenditoriale, ma anche, e qui l’idea si fa particolarmente interessante, proprio in relazione ai servizi che svolgono le cooperative sociali. Di cosa si è occupata la ricerca? ‘Abbiamo investigato l’impiego delle ICT (Information and Communication Technologies) nelle imprese sociali della provincia di Perugia iscritte all’Albo regionale e nei loro consorzi, al fine di disporre di elementi di giudizio per la modernizzazione del settore ed il miglioramento della loro utilizzazione. L’indagine è stata particolarmente importante data la crescente importanza acquisita sia a livello nazionale che regionale del Terzo settore o Settore Non Profit, anche nella sua componente più imprenditoriale, che affianca ormai lo Stato nella responsabilità di conseguire il Bene Comune attraverso la produzione di ‘beni relazionali’ nel quadro del principio di sussidiarietà orizzontale’. Perchè avete scelto questo aspetto? ‘Perchè è uno studio innovativo per la tematica trattata, che non ha precedenti nella nostra regione riguardo alle imprese sociali, ma non solo. In questa ricerca leICT non vengono considerate come distruttrici di ‘capitale sociale’, ma anzi generatrici di nuove forme di socializzazione. Tali tecnologie, grazie alla capacità di generare sul piano virtuale delle comunità di apprendimento ‘ad intelligenza distribuita’, devono essere innovativamente interpretate come generatrici di Net Economy (ovvero di Economia di Rete) e non semplicemente come sviluppatrici di New Economy (Nuova Economia), in linea con l’impostazione comunitaria del welfare regionale racchiusa nel Piano Sociale Regionale’. L’indagine ha risvolti operativi? ‘I risultati hanno consentito di fornire gratuitamente alle imprese sociali un servizio reale consistente nella valutazione dei siti web delle cooperative sociali e dei consorzi sociali della provincia di Perugia con l’attribuzione dei relativi punteggi, attraverso una metodologia appositamente ideata; nella rappresentazione grafica del loro ‘stile’ comunicativo multimediale; nei consigli per il restyling del sito. I risultati della ricerca hanno permesso di ipotizzare anche la innovativa creazione di un portale delle cooperative sociali e dei consorzi della provincia di Perugia, idea aperta al contributo critico e propositivo delle centrali cooperative, delle imprese sociali e dei loro consorzi, delle Istituzioni, delle Associazioni degli utenti’. Ipotesi che potrà essre realizzata? ‘Un percorso concretamente realizzabile, vista l’esistenza di misure finanziarie comunitarie (Programma Comunitario Vision) rivolte al miglioramento dell’utilizzo della Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione da parte di raggruppamenti di imprese’. ALCUNI DATILe cooperativePer la ricerca sono state contattate tutte le 93 cooperative sociali (compresi i loro consorzi) iscritte all’Albo regionale nella provincia di Perugia. Escludendo le cooperative che non erano più operative, il tasso di risposta è stato dell’81,0% (63 cooperative e 5 consorzi). Le cooperative che hanno partecipato alla ricerca sono sia di tipo A che di tipo B, con una leggera prevalenza delle prime (52% contro 48%). Si tratta principalmente di cooperative abbastanza piccole (il 75% ha un numero di addetti inferiore a 50) e piuttosto giovani (il 68% sono state costituite dopo il 1990). Le cooperative e l’uso della reteQuasi tutte posseggono almeno un PC (94%), sono collegate ad Internet (89%), utilizzano la posta elettronica (95% di quelle collegate ad Internet), navigano nella rete (93% di quelle collegate ad Internet), anche se non sembra diffuso l’utilizzo di queste tecnologie per attività direttamente collegate allo sviluppo delle attività aziendali. Scopo principale della navigazione è infatti la ricerca di informazioni (98%) o l’accesso a documentazione governativa o comunitaria (79%), assai meno perseguita è la ricerca di nuove idee di business (48%), lo studio del mercato di riferimento (46%), l’acquisto di beni e servizi (42%), l’analisi della concorrenza (36%), la ricerca di nuovi mercati (32%). Cooperative che hanno il sito webLe cooperative sociali che hanno dichiarato di possedere un sito web sono il 38%. Solo 1 su 5 consorzi di cooperative sociali possiede il sito web. La creazione dei siti è prevalentemente avvenuta negli ultimi tr:e anni (71%), principalmente tra le cooperative nate tra il 1990 ed il 1999 (46%), ovvero venute alla luce proprio negli anni di boom della New Economy. I siti sono creati maggiormente da aziende specializzate (46%) o da altre figure sempre esterne (21%), anche se quelli istituti nell’ultimo anno sono stati costruiti dalle cooperative sociali in modo più autonomo, cioè avvalendosi nel 50% dei casi di personale interno. I siti registrati con proprio dominio sono l’83%. La gestione è esternalizzata nel 71% delle cooperative. Cooperative che non hanno il sito webTra le cooperative che non hanno il sito web (62% del totale), la maggior parte si dimostra comunque favorevole all’eventuale creazione di un sito (90%), anche se solo un gruppo più ristretto lo sta già realizzando (26%). I principali ostacoli alla realizzazione del sito sono stati la difficoltà di valutare i ritorni/benefici dell’investimento (30,8%), il timore di un impegno finanziario eccessivo (25,6%), la mancanza di tempo da dedicare al sito (23,1%). Il vantaggio di gran lunga più atteso dalla realizzazione del sito è ancora una volta il miglioramento dell’immagine dell’azienda (72%).
“Cooperative sociali” nella rete
Una ricerca indaga sull'uso della tecnologie di informazione e comunicazione e fa la proposta: realizzare il portale della cooperazione umbra. Per gli utenti e per le imprese
AUTORE:
Maria Rita Valli