La crisi ci rivela il nostro rapporto con la realtà: un rapporto che scopriamo essere vissuto spesso con sfiducia, con nichilismo, riducendo le cose alla loro superficie esterna. Ma “la strada per attraversare – e per non subire da rassegnati – la crisi è vivere la realtà come una provocazione che ridesta il desiderio e la domanda… Per quanto riguarda l’Italia, significa anche ingegno, conoscenza, creatività, forza di aggregazione”. È un passaggio chiave del documento recentemente pubblicato da Comunione e liberazione La crisi, sfida per un cambiamento, diffuso in tutta Italia e oggetto di un incontro promosso il 12 gennaio dalle comunità locali cielline in sala dei Notari a Perugia.
A spiegare il pensiero del movimento fondato da don Giussani relativamente al tema della crisi economica è intervenuto Carmine di Martino, docente di Filosofia teoretica presso l’Università di Milano e responsabile nazionale di CL. La crisi economica e sociale, secondo CL – idea condivisa però anche da molti non militanti e persino da non credenti – può essere vista come possibilità di cambiare il proprio modo di porsi davanti alla realtà, inventando nuovi modi di affrontare il quotidiano sia nelle piccole cose che nei grandi problemi sociali. Come afferma il documento, già adesso vi sono molte persone, famiglie e imprese che affrontano la crisi in maniera coraggiosa, nuova e senza preclusioni, continuando a credere ad esempio nella solidarietà umana, nella validità dell’educazione per i figli, nella capacità di adeguarsi (per le aziende) alle nuove e diverse esigenze del mercato, continuando a creare occupazione.
Anche Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte costituzionale, intervenendo all’incontro perugino, ha proposto un’analisi storica sulle radici della crisi attuale in Italia. Secondo Baldassarre esisterebbero due crisi speculari, quella iniziata negli anni Settanta, con la crisi del modello assistenziale dello Stato (nessuno ha più dei doveri ma solo diritti nei confronti dello Stato); la crisi del liberismo puro, che ha creato una insostenibile diversità nei redditi della classe manageriale rispetto a quella degli operai. A questo punto – dice – il collasso della società è inevitabile.
Una possibile risposta consiste in un ritorno alla solidarietà tra le persone: una solidarietà esistita fino al secondo dopoguerra, basata sulla condivisione di progetti, cose da fare, sulla gestione di servizi.
All’iniziativa di Comunione e liberazione era presente anche il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali: “Ho letto il documento di CL – ha affermato – e ritengo che in questo momento sia utile fare un approfondimento su come uscire dalla crisi. Dobbiamo evitare che si ripropongano gli errori del passato e che l’economia venga messa davanti alle persone. Ritengo che il volontariato sia fondamentale. A Perugia, in certi segmenti quali quelli del disagio sociale, senza il volontariato cattolico non riusciremmo ad avere il risultato che abbiamo”.
Contro la crisi, creatività
Società. Presentato a Perugia il documento nazionale di Comunione e liberazione “La crisi, sfida per un cambiamento”
AUTORE:
Mariangela Musolino