Venerdì 5 ottobre scorso, presso la sala del Dottorato, sono riprese le attività del gruppo Meic di Perugia, con una conferenza tenuta dal prof. Giancarlo Pellegrini, docente di Storia contemporanea alla facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Perugia, dal titolo: ‘Le settimane sociali dei cattolici a 100 anni dall’inizio’. Quest’incontro, che voleva offrire una riflessione per prepararsi all’imminente settimana sociale dei cattolici italiani (Pistoia-Pisa, 18-21 ottobre), ha dato l’occasione di ripercorrere attraverso una riflessione storica il contributo dei cattolici italiani per promuovere e partecipare l’elaborazione culturale su temi di rilevanza pubblica. Il relatore non solo ha illustrato i temi e le tappe di questi cento anni di Settimane sociali in Italia, ma ha tratteggiato anche il contesto storico-politico antecedente la celebrazione della prima Settimana, promossa da Giuseppe Toniolo, evidenziando come ancora oggi vi siano dei punti di contatto fra le istanze culturali presenti nella società di oggi e quella di ieri. Se infatti, grazie all’opera di uomini come don Sturzo e De Gasperi in primo luogo, i cattolici italiani hanno potuto offrire non pochi motivi ideali e concreti per la formazione e il funzionamento dell’odierna democrazia, basata sulla Carta costituzionale del 1947, la situazione del mondo politico e la presenza del mondo cattolico nel periodo a cavallo tra la presa di Porta Pia (1870) e gli inizi del ‘900 fu molto difficile, sia per l’ostracismo delle forze politiche e culturali socialiste, liberali e massoniche, sia per la difficoltà degli stessi cattolici di organizzarsi in maniera efficace. Un grosso impulso all’impegno nel sociale venne dall’enciclica Rerum novarum di Leone XIII (1891), che spinse i cattolici ad operare concretamente nel sociale, mentre alcuni come don Romolo Murri negli anni successivi favorirono la maturazione presso le forze cattoliche di un’apertura verso i valori della democrazia, superando pregresse diffidenze. Con il pontificato di Pio X il mondo cattolico si riorganizzò su nuove basi dopo lo scioglimento dell’Opera dei congressi (1904). Fu grazie a questi nuovi impulsi e nuove direttive pontificie che il prof. Giuseppe Toniolo diede vita a questo appuntamento di studio e di elaborazione culturale, che poi non conobbe quasi interruzione fino al 1970, per essere poi ripreso nel 1988. ‘Parlare di bene comune ‘ ha osservato in un suo intervento il prof. Grasselli, presente tra il pubblico ‘ non è limitarsi solo all’ambito sociale, ma significa investire anche l’ambito economico’. Vari interventi nella discussione hanno sottolineato l’importanza che i cattolici tornino ad un impegno in prima linea, cercando di convergere anzitutto sui grandi valori promossi dalla dottrina sociale della Chiesa, per non far mancare il proprio contributo anche oggi, soprattutto guardando ai bisogni delle persone sofferenti, ed insieme guardando al futuro delle giovani generazioni. Il prof. Pellegrini, fra i molti aspetti sottolineati nella sua ricca esposizione, non ha mancato pure di evidenziare il collegamento con l’analoga azione dei cattolici in Paesi come la Francia, aprendo agli orizzonti europei l’elaborazione culturale del cattolicesimo italiano. In sostanza è stato ribadito che il tema del bene comune, anche se già trattato in altre occasioni, è quanto mai attuale per superare da un lato la tirannia del solo mercato e dall’altro l’esasperata rivendicazione dei propri diritti, che stanno lacerando a vista d’occhio la coesione del nostro tessuto sociale.
Concreti ideali sociali
Si avvicina la 100a Settimana sociale. Origini e scopi: se ne è parlato al Meic di Perugia
AUTORE:
Annarita Caponera