“Noi portiamo in noi stessi questo tesoro come in vasi di terra, perché sia chiaro che questa straordinaria potenza viene da Dio e non da noi”. Su questa frase tratta dalla seconda Lettera di san Paolo ai Corinzi era centrata quest’anno la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il tesoro di cui scrive Paolo è Gesù Cristo, il Signore. Su questo tema si sono incontrate le tre comunità cristiane di Terni: la cattolica, la protestante, la ortodossa. La chiesa di San Pietro era piena. Si è veramente pregato e riflettuto sulla necessaria unità dei cristiani. Presiedevano la riunione mons. Franco Gualdrini, vescovo emerito, per la parte cattolica, la pastora evangelica metodista Sabina Voosten e il padre Vasile Andreca per la parte ortodossa. La necessità di un rapporto di amore e di tolleranza reciproca, di concordia operosa tra le chiese, fino alla sospirata unità, è stato evocato dalla Pastora. L’orgoglio umano che ha “spezzato” la Chiesa, così ha detto l’ortodosso, sia vinto dall’umiltà di ciascuno e dal riconoscimento che Cristo è il Salvatore di tutti. Il vescovo Gualdrini ha fatto un accorato appello all’unità a partire dalla necessaria conversione di ciascuno e dal sentirsi “convocati all’unità” dal ricevere un unico battesimo, dall’avere la medesima fede ed il medesimo spirito di carità operosa. I presenti riuniti in questa preghiera ecumenica partecipata e sentita sono stati consapevoli di compiere “un piccolo passo verso la realizzazione dell’unico grande piano di salvezza di Dio per noi”, come ha detto la Pastora. Abbiamo fatto la medesima professione di fede, abbiamo recitato il medesimo Pater Noster, abbiamo cantato in latino il “Veni Creator”! Momenti forti, almeno per chi scrive, nella sincerità e nel desiderio di fare qualcosa per l’unità delle chiese cristiane. “Ut unum sint”; sì, è stato l’anelito di tutti. Nicola MolèLa voce dei rappresentanti di tre Chiese verso l’unità: pregare, leggere la bibbia e crescere nell’amore verso gli altriA che punto è il cammino delle chiese cristiane verso l’unità?Vasile Andreka (ortodosso)”Siamo sulla stessa strada e camminiamo insieme; credo che questo cammino porterà all’unità della Chiesa, perché questo è stato il più grande desiderio di Gesù: “che tutti siano una cosa sola”. Stiamo lavorando soprattutto con la preghiera, anche se questo non basta, quindi speriamo che ci aiuti anche lo Spirito santo”. Sabine Voosten (protestante)”Se parliamo dell’unione in Gesù Cristo penso che con l’unica fede, un unico Credo e un unico battesimo l’unità ci sia già. Per quanto riguarda l’unità visibile c’è ancora molto da fare. Attualmente siamo in un momento di stasi perché si discute proprio su come quest’unità debba realizzarsi. Noi protestanti riteniamo che ci dovrebbe essere un’unità nella diversità mentre il principio cattolico romano è che tutti debbano essere riuniti sotto il Papa e qui forse non ci troveremo mai. L’importante è lavorare alla base, pregare e leggere la Bibbia insieme e insieme crescere nell’amore verso gli altri”. Franco Gualdrini”Se dovessi guardare al cammino fatto dalla Chiesa durante tutto il tempo della mia vita – non breve – direi che è un cammino straordinario e impensabile solo cinquant’anni fa. Se invece guardiamo agli ultimi 35 anni, dopo cioè, la grande spinta del Concilio Vaticano II, dobbiamo riconoscere che oggi ci sono dei momenti di stasi. Più che nel cammino ecumenico nel senso ampio del termine, ci sono dei problemi con alcune chiese, come ad esempio quella Ortodossa russa, come i ternani sanno bene. L’importante, però, è che anche quando si rallenta si continui ad andare avanti”. In cosa si può realizzare l’unità dei cristiani? Su di un piano organizzativo, con degli organismi e delle gerarchie? Sulla teologia e il riconoscimento reciproco del culto, oppure sulla dottrina sociale e un atteggiamento unanime sulle grandi questioni etiche?Vasile Andreka”L’Unità deve essere completa, ma ancora non possiamo pensare a tutti questi piani. Si lavora parallelamente su tutto questo, ma come sacerdote e come uomo penso che la prima cosa che possiamo fare insieme è pregare e lavorare su azioni di carità. L’unità su di un piano giuridico non fa parte del nostro impegno. Ci sentiamo uniti quando sentiamo di fare la stessa cosa nel nome dello stesso Gesù Cristo”. Sabine Voosten”Da un punto di vista teologico siamo già molto avanti. Proprio per questo però, non dovrebbe esserci nessun ostacolo per la pratica dell’ospitalità eucaristica, cosa che noi facciamo già tra le chiese protestanti. D’altra parte il Concilio Vaticano II dice che l’Eucarestia presuppone l’unione ma può portare anche maggiore unione. Riguardo alla dottrina sociale, già in molti paesi cattolici, ortodossi e protestanti lavorano insieme a progetti comuni e questo è molto importante. Anche sull’organizzazione si potrà crescere, ci sono sempre più accordi tra le chiese protestanti e quella ortodossa, riunite nel Consiglio ecumenico delle Chiese. L’ostacolo più grande, lo dice il Papa stesso, è lui: noi vogliamo essere in comunione con il Papa, ma non sotto il Papa. Credo però che davvero le cose che ci uniscono sono più di quelle che ci separano”. Franco Gualdrini”Non ci sono priorità. Bisogna portare avanti tutte queste cose insieme, come di fatto si fa. C’è una fede comune, che chiaramente è fatta anche di dogmi. Ma non si può dire di chi debba essere il primato. L’obiettivo è quello di avere una medesima fede e una stessa fraternità nel viverla, e questo ovviamente è un traguardo ancora lontano. Del resto nella Chiesa cattolica tutti vivano in fraternità assoluta? Anche al suo interno ci sono stati momenti di maggiore o minore unità. Ma credo che su quello che è più importante, cioè la Fede e la preghiera, l’unità dei cristiani ci sia già”.
Concordia tra le Chiese cristiane espressa nella preghiera ecumenica
Incontro tra la comunità cattolica, protestante e ortodossa di Terni
AUTORE:
Arnaldo Casali