Che la vita delle sue figlie spirituali bruciasse di “ardente zelo per l’unità dei cristiani” era il desiderio più grande di madre Maria Elisabetta Hesselblad, proclamata beata da Giovanni Paolo II il 9 aprile dell’anno giubilare 2000. E questo desiderio noi, suore dell’Ordine del Ss. Salvatore e di santa Brigida, cerchiamo di assecondare e compiere in tutte le nostre case sparse per il mondo, da quando la madre Elisabetta ci ha fondate l’8 settembre del 1911. Attualmente siamo circa 600 suore distribuite in oltre 50 comunità. Siamo presenti, oltre che in Italia, in numerosi Paesi dell’Europa, dell’Asia, delle Americhe e del Medio Oriente.
Il carisma ecumenico del nostro istituto ha avuto origine dall’esperienza biografica della beata Elisabetta: nata a Faglavik in Svezia nel 1870 e battezzata nella Chiesa luterana. Aderì solo in età adulta al cattolicesimo, guidata dal gesuita padre Hagan. La sua vita rifulse per le virtù religiose e il suo ardente desiderio di pregare e lavorare per l’unità della Chiesa, specialmente nelle nazioni del Nord Europa. Seguendo le orme e l’esempio della sua connazionale santa Brigida, madre Elisabetta si stabilì a Roma presso l’antica dimora della Santa svedese, dove intraprese – con l’approvazione di Papa Pio X – la fondazione di un Ordine che avesse come carisma la preghiera e l’apostolato per l’unità dei cristiani.
Giovanni Paolo II ci esortò nel 2004 a far tesoro della testimonianza della nostra fondatrice: “Solamente – disse – se sarete ‘specialiste dello Spirito’, come fu santa Brigida, potrete incarnare fedelmente in questa nostra epoca il carisma di radicalità evangelica e di unità ereditata dalla beata madre Elisabetta Hesselblad. Attraverso l’ospitalità e l’accoglienza che offrite nelle vostre case, potrete testimoniare l’amore misericordioso di Dio verso ogni uomo e l’anelito all’unità che Cristo ha lasciato ai suoi discepoli”.
Il nostro profilo spirituale si caratterizza per il tentativo di vivere una vita monastica e insieme apostolica con spirito ecumenico: nostro primo impegno è quindi pregare e lavorare affinché tutti i cristiani diventino “un gregge solo sotto la guida di un solo Pastore”. Come disse Giovanni Paolo II al nostro Capitolo generale nel 1998, la nostra vita di preghiera vuole essere una continua lode al Signore, per testimoniare il primato assoluto di Dio; allo stesso tempo, il servizio premuroso, paziente e attento vuole essere segno tangibile della Sua tenerezza per gli uomini.
Il nostro monastero di Assisi ha avuto origine nel 1970: intende essere un’oasi di preghiera in cui accogliamo donne e uomini del nostro tempo alla ricerca di uno spazio di riflessione, di serenità e di pace. Pur rimanendo dentro le mura del monastero, attraverso il servizio di accoglienza che offriamo ai pellegrini, ai poveri, ai bisognosi, cerchiamo di dare testimonianza gioiosa di unità con il nostro vivere insieme e con un servizio semplice, umile e accogliente.
Molti dei numerosi pellegrini che vengono nella nostra casa di Assisi, attratti dallo spirito di san Francesco, provengono dal Nord Europa e dall’America, Paesi tradizionalmente protestanti, e appartengono alle Chiese riformate luterane, battiste, calviniste, anglicane. In questo modo, la nostra casa diventa occasione di incontro, conoscenza e amicizia tra cristiani di varie confessioni. I nostri ospiti trovano la presenza di Dio nell’ambiente in cui vengono accolti; e la diversità delle confessioni religiose, unita all’interesse reciproco, alla testimonianza e al rispetto, diventa a sua volta esperienza dell’unità di Dio e della sua Chiesa, per noi e per i nostri ospiti.
Dio ci benedica e si degni di far fruttificare gli sforzi della Chiesa a costruire sempre più profondamente la comunione fra i cristiani e a nutrire una effettiva cooperazione tra i discepoli di Cristo.