La città riflette sul suo futuro, sulla scia di una spinta al rinnovamento più volte auspicata da mons. Paglia. E così il presule si rivolge ai fedeli: ‘Oggi Terni, assieme a questa terra, sta vivendo un momento delicato della sua storia, di passaggio, di faticoso travaglio. Tutti siamo consapevoli che il passato non può tornare e che il futuro non è dietro l’angolo; richiede anzi una creatività ben più generosa di quella che mostriamo. Certo è facile rinchiudersi in una avara pigrizia e magari dire con Geremia: ‘Ahimé, Signore, ecco io non so parlare’ (Ger 1,4). Ma il profeta Isaia ci mostra un altro atteggiamento: ‘Per amore di Gerusalemme non tacerò’ (Is 62,1).’In questi otto anni di ministero pastorale ho percorso assieme a voi le strade di questa terra, ho vissuto con voi le nostre speranze e le nostre gioie, ho accolto nel mio cuore le vostre angosce e le vostre attese. Quante volte mi sono soffermato con voi sulle preoccupazioni per l’oggi e per il domani! Quante volte abbiamo parlato dei problemi dei nostri giovani, anziani, bambini e adulti, di quelli che attanagliano la nostra città come pure di quelli che affliggono l’Italia e il mondo! Talora sentiamo come un senso di spavento e di paura che ci assalgono a tal punto da spingerci alla rassegnazione e alla chiusura in noi stessi e nei nostri piccoli orizzonti. È una tentazione che dobbiamo allontanare con decisione. Non dobbiamo chiudere gli occhi di fronte alle difficoltà che noi, le nostre famiglie, la nostra comunità cittadina in questo momento storico stiamo sperimentando, a partire da quelle sociali ed economiche. È necessario, anzi urgente, aprire ancor più i nostri occhi e vedere altresì le risorse e i ‘talenti’ che abbiamo per costruire il futuro comune di questa nostra città perché sia migliore per tutti, a partire dai più deboli e svantaggiati. Come Chiesa non possiamo né vogliamo guidare da soli il cammino di ripresa civile cui tutti aspiriamo. Ma la Chiesa può, e forse deve, invitare tutti ad un momento di ascolto e di dialogo che potrebbe farsi occasione di ripresa e come di nuovo inizio. La Chiesa può, e forse deve, invitare ad un grande atto d’amore, da farsi anche con franchezza, con intelligenza e con immaginazione, che ciascuno compie in ragione delle proprie convinzioni più profonde. Ci confronteremo nella giornata di riflessione e di dialogo di sabato 14 giugno a palazzo Gazzoli. All’origine di questo comune confronto ci sono tre grandi interrogativi: quali percorsi vediamo per un cammino di ripresa comune? Quali elementi (politici, economici, culturali, anche religiosi) trattengono la ripresa della nostra città? Cosa dobbiamo avere la forza ed il coraggio di lasciarci alle spalle e cosa invece del nostro presente e del nostro passato merita di essere portato con noi perché ancora ricco di futuro? Quali potrebbero essere i punti di una agenda condivisa, una breve lista di problemi urgenti e cruciali, sui quali mettere all’opera differenze di valori e di interesse, per poter meglio valutare le alternative possibili? Ciascuno di noi ha motivi importanti per amare questa nostra città. Personalmente, come tutti coloro che credono nel Signore Gesù, la amo anche perché la speranza finale che Dio ci dona ha proprio la forma di una città in cui la vita sarà finalmente bella, buona e felice per tutti. Sento con particolare forza, in questo momento, le parole iniziali della Gaudium et spes: ‘Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini e delle donne di oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono anche le gioia e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore’. Il cammino verso una città che sia migliore è davvero difficile in pochi, insieme è possibile’.
Con più generosa creatività
Diocesi. Messaggio del Vescovo sulla spinta al rinnovamento della città
AUTORE:
Vincenzo Paglia