Le parole del vescovo mons. Domenico Sorrentino si inseriscono nel contesto della diocesi, ma oltrepassano il confine ecclesiale-istituzionale per esprimere l’annuncio dell’attesa finale della resurrezione. Come sta procedendo il primo anno della Missione? ‘Stiamo puntando con decisione agli obiettivi che ci siamo dati. I corsi di Cristologia, nelle varie zone pastorali, hanno riscosso un discreto successo. La lectio divina e i Centri di ascolto della Parola si vanno sviluppando. Sono contento dell’entusiasmo dei giovani nelle iniziative programmate. Gruppi specifici di associazioni e movimenti ‘ penso ai Neocatecumeni, ai Cursillos, all’Ac – stanno facendo la loro parte. Rimane imprescindibile il lavoro di base nelle comunità parrocchiali, e questo trova slancio dove stanno cominciando a funzionare le unità pastorali. I dati sono incoraggianti. Ma certo si può fare di più. Lo Spirito santo ci aiuti a sentire l’ardore di Paolo: ‘Guai a me se non evangelizzassi”. Quale messaggio vorrebbe rivolgere ai disoccupati, cassintegrati, precari, malati e sofferenti della nostra diocesi? ‘La Pasqua è fondamento della nostra speranza. Se le speranze umane vengono meno, Cristo rimane fedele. Vale anche per quelli che stanno in condizioni di maggiore indigenza, specie per la crisi occupazionale. La speranza cristiana passa attraverso concreti gesti di amore. Con tutte le Chiese della regione, anche noi stiamo partecipando alla costituzione del Fondo di solidarietà. Non è la soluzione del problema, ma un segno concreto per stare a fianco di chi soffre. Un pensiero speciale rivolgo agli ammalati, invitando tutti a una particolare attenzione nei loro confronti. Gesù aveva per loro una particolare predilezione: dobbiamo averla anche noi.’ È possibile conciliare la sobrietà, a cui lei spesso si appella, con la festa di Cristo risorto? ‘Sobrietà significa uno stile di vita semplice, capace di accontentarsi dell’essenziale. Stiamo soffrendo gli esiti di una crisi finanziaria, nata in gran parte dalla speculazione. Uno stile di vita improntato alla sobrietà non chiude in se stessi, al contrario apre alla solidarietà. Ci si accontenta di meno per donare di più. E come potrebbe, questo, non conciliarsi con la festa di Cristo risorto? Direi che dalla fede nel Risorto trae ispirazione e forza’. Quale emozione le suscita il lontano incontro tra Francesco e papa Innocenzo III? ‘Ne ho parlato nella meditazione che proprio in questi giorni va in stampa, col titolo Complici dello Spirito [vedi articolo a pag. 9, ndr]. I ‘complici’, in questo caso sono il giovane Francesco e il vescovo Guido. Poche volte nella storia della Chiesa carisma e istituzione si sono incontrati con tale sinergia. La stessa richiesta di Francesco al Papa, perché approvasse il suo progetto di vita, fu mediata da Guido. A otto secoli da quell’evento è bello per me poter rivivere l’avventura francescana originaria nel luogo in cui egli si consegnò a Cristo nelle mani del vescovo’.
Con la forza del Risorto
DIOCESI. Panoramica del Vescovo sulla situazione della diocesi
AUTORE:
Francesco Frascarelli