Con Eurochocolate dal comunismo al consumismo

A Perugia una volta si mangiavano i cioccolatini, la settimana scorsa i cioccolatini si sono quasi mangiati Perugia. Eurochocolate per tanti, tra ingorghi di traffico, cartacce e maree umane, è diventata “neuro”-chocolate, mentre un sesquipedale gianduiotto ha oscurato la gloria dei Pisano: con i principali palazzi storici del centro cittadino “incartati” causa terremoto, ombreggiare la Fontana con un finto cioccolatone ha ulteriormente ridotto l’offerta visiva di bellezze artistiche da sempre assicurata al turista. Che c’entra la cioccolata con i palazzi del potere? C’entra. Fu per decisione politica che una manifestazione come Umbria Jazz nacque in un certo modo, facendo invadere le piazze cittadine da orde di musicomani (e non. Più non) e registrando annessi e connessi come i cosiddetti “espropri proletari” dei negozi. Ma è stato sempre per decisione politica che negli anni Umbria Jazz ha cambiato volto, attuando una selezione feroce del pubblico tramite concerti in spazi chiusi e a pagamento (e che pagamento …) anche per evitare traumi alla vita cittadina. Invece la stessa politica (in qualche caso, gli stessi politici) chiude uno o tutt’e due gli occhi sulla città paralizzata, sul centro storico assediato, sul gianduiottone sponsorizzato o sulla muccona trinariciuta posta dirimpetto ai palazzi istituzionali. Che fossimo passati – senza essercene accorti – tutto d’un balzo dal comunismo al consumismo?

AUTORE: Gad