Si è conclusa mercoledì a Lesckoc, in Kosovo, dove sorgerà il nuovo campo-missione della Caritas Umbria, attualmente collocato a Radulac, la visita di tre giorni degli arcivescovi mons. Gualtiero Bassetti (Perugia) e mons. Renato Boccardo (Spoleto), insieme ad alcuni responsabili delle Caritas diocesane, alle opere di solidarietà avviate dal 1999 nella zona del Kosovo che fu teatro della guerra balcanica. Della delegazione umbra in Kosovo facevano parte – oltre ai due arcivescovi – il diacono permanente Vincenzo Genovese, presidente dell’associazione “La Cordata” che coordina l’attività delle opere di accoglienza della Caritas regionale; il frate minore padre Vittorio Viola, direttore della Caritas di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino; e Daniela Monni, direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve.
La delegazione è stata accolta dai coniugi Cristina e Massimo Mazzali, che da 13 anni a nome delle otto diocesi umbre hanno avviato una casa di accoglienza per bambini fino ai 10 anni di età a Radulac, una seconda casa per ragazzi più grandi a Glavicizza e una terza casa come centro di accoglienza per giovani a Vernakula.
I coniugi Mazzali, di origini trentine lei, toscano lui, dal 1999 (sono sposati dal 2004, ndr), a nome delle otto Chiese dell’Umbria coordinano tre strutture e sono responsabili di una cinquantina di persone tra minori e volontari. Una casa si trova, appunto, a Radulac e ospita bambini – maschi e femmine – fino ai dieci anni; un’altra si trova ad una trentina di minuti di automobile da Radulac, a Glavicizza, ed ospita ragazzi (solo maschi) in età di scuola media e superiore; a Vernakula, infine, in un villaggio montano quasi disabitato, a tre ore di automobile da Radulac, c’è un centro di accoglienza per giovani. La maggior parte dei bambini e dei ragazzi accolti sono orfani di guerra o provenienti da famiglie disagiate, metà cattolici e metà musulmani.
“Siete qui a nome delle otto Chiese dell’Umbria” hanno detto i due Arcivescovi ai coniugi Mazzali esprimendo apprezzamento per “l’affetto e la carità che avete verso gli ultimi”. Dopo la cena i ragazzi hanno dato il benvenuto alla delegazione con canti, giochi e balli tipici della tradizione kosovara, coinvolgendo anche i due prelati.
Martedì la delegazione è stata accolta dall’amministratore apostolico della diocesi di Pristina, mons. Dodë Gjergji, nella sua residenza. “Cerchiamo – ha detto – di camminare con amore accanto al popolo, consapevoli di avere un ruolo storico nell’alleviare le sofferenze della gente, ma anche consapevoli che rappresentiamo solo il 3% della popolazione, mentre l’islam rappresenta il 90% e la Chiesa ortodossa il 7%. Durante il regime comunista eravamo la ‘Chiesa di nessuno’, ora le cose stanno cambiando”.
La delegazione ha incontrato anche il direttore di dipartimento del ministero per gli Affari sociali, Muhamet Gjocaj, il quale ha avuto parole di apprezzamento per il servizio del campo-missione della Chiesa umbra ed ha espresso il desiderio di venire in Italia, “in Umbria nel particolare, per conoscere da vicino le varie iniziative a favore delle persone bisognose”. L’arcivescovo mons. Boccardo ha quindi invitato il ministro a venire in Umbria. “Siamo qui – ha concluso – per confermare ufficialmente ad un rappresentate del Governo kosovaro il sostegno di noi Vescovi a questa coppia di sposi, a questa famiglia che aiuta tanti bambini e tante persone”.
Dopo la visita al monastero ortodosso di Deçiane, dove vivono 25 monaci serbi, molto legati al campo Caritas delle diocesi e alla casa di Glavicizza, la giornata si è conclusa con la visita al “Villaggio Italia” che ospita il quartier generale del contingente militare italiano in Kosovo. La delegazione è stata accolta dall’ambasciatore d’Italia in Kosovo, Michael L. Giffoni, e dal generale Francesco Diella. Momento centrale della visita è stata la celebrazione della messa nella chiesa del contingente. Mons. Bassetti, nella sua veste di vice presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), ha portato ai militari il saluto del card. Angelo Bagnasco che, da ordinario militare, visitò più volte il contingente.
Mercoledì 16 maggio la delegazione ha incontrato le autorità della municipalità di Klina e visitato la casa di accoglienza in località Glavicizza, gestita dalla Caritas Umbria. Nel pomeriggio si sono recati a Lesckoc, dove sorgerà il nuovo Campo-missione della Caritas Umbria che attualmente si trova a Radulac. La delegazione è rientrata in Umbria nella mattinata del 17 maggio.