Gli amici e gli aderenti del movimento Emmaus si sono incontrati ad Assisi in occasione dei 70 anni di fondazione. Presso la Cittadella della Pro Civitate Christiana erano in tanti a fare memoria dell’Abbé Pierre, che nel novembre del 1949, a Parigi, incontrò Georges, un assassino condannato all’ergastolo che aveva tentato il suicidio.
Il frate Cappuccino, che aveva partecipato alla Resistenza contro l’occupazione nazista, in quegli anni sedeva in Parlamento come deputato, ma lavorava duro alla ricostruzione delle case distrutte dai bombardamenti.
Mille volte l’Abbé Pierre ha raccontato che, non sapendo cosa dire a quell’uomo disperato, disse: “Georges, io non ho nulla da darti, ma tu, prima di ritentare di suicidarti, non potresti venirmi ad aiutare a costruire case per i senzatetto di Parigi?”. Di fronte a questa proposta così provocatoria, il volto di Georges cambiò. Capì che, nonostante tutto, poteva ancora essere utile a qualcuno… e accettò.
In quel momento nacque la prima comunità Emmaus, con l’ideale dei “poveri che aiutano i poveri”. Oggi, il movimento Emmaus raggruppa più di 300 gruppi e comunità sparsi in circa 40 Paesi del mondo.
Aver scelto Assisi per i 70 anni di fondazione non è stato casuale. Senza Assisi non ci sarebbe stato Emmaus. Per questa ragione, insieme al presidente italiano Franco Monnicchi e a Patrick Athohoun, presidente internazionale, c’erano anche don Luigi Ciotti, fondatore e presidente del Gruppo Abele e di Libera, Giuseppe De Marzo, economista e coordinatore della rete “Numeri pari”, e Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea, la nave che soccorre i migranti naufraghi tra Libia e Sicilia.
La missione di Emmaus è ancora attuale, perché i poveri, vittime di un sistema economico ingiusto, sembrano diventati ‘colpevoli’ di voler sopravvivere e pretendere il riconoscimento della dignità che Dio Padre ha donato a ciascuna persona.
È stato ricordato l’appello radiofonico del 1° febbraio 1954 in cui l’Abbè Pierre chiamò tutti i francesi all’“insurrezione della bontà”. In quell’inverno particolarmente rigido, erano in tanti a dormire per strada. Una donna venne trovata morta per assideramento mentre stringeva in mano la lettera di sfratto: non poteva più permettersi gli 8.000 franchi di affitto. Dall’indignazione nacque un movimento di solidarietà ancora più esteso. Come vorremmo che fosse un auspicio anche per i nostri giorni!
Tonio Dell’Olio