La Chiesa umbra è attenta al fenomeno della comunicazione, di cui si è fatta promotrice essa stessa. È una storia che parte da lontano: dai settimanali cattolici di fine XIX secolo, poi confluiti ne La Voce e La Gazzetta di Foligno, alle radio diocesane (oggi Umbria Radio ha diffusione regionale), fino alla più recente istituzione degli Uffici stampa diocesani. Con la diffusione di internet si sono moltiplicati i siti web parrocchiali e diocesani, ed è nato quello della Conferenza episcopale umbra, www.chiesainumbria.it, voluto fortemente da mons. Riccardo Fontana, arcivescovo di Spoleto-Norcia e delegato dei vescovi umbri per le Comunicazioni sociali. Mons. Fontana, quanto è importante per la Chiesa l’aspetto comunicativo? ‘Tra la Chiesa e il comunicare vi è una relazione ineliminabile. Si è detto che la stessa comunione è per la missione. È come dire che non possiamo fare a meno di comunicare. In Umbria questa funzione essenziale al popolo di Dio è stata assolta egregiamente nel passato, fino a risalire all’antichità cristiana. Esprimere il Vangelo con una pluralità di linguaggi appartiene alla nostra tradizione: le arti sono state spesso coinvolte nel comunicare della Chiesa. Mi meraviglia sempre incontrare in cattedrale turisti giapponesi affascinati dal capolavoro di fra’ Filippo Lippi e capaci di coglierne i contenuti che intende comunicare’. Le Chiese umbre e i media. In che modo possono essere ancora più efficaci? ‘Il sito www.chiesainumbria.it, visitato in poco più di un anno da quasi 50.000 utenti, sta a significare come la tradizione avviata da La Voce e proseguita da Umbria Radio ha una sempre più forte vivacità d’espressione. Anzi, il fenomeno interpella fortemente le otto Chiese sorelle dell’Umbria. Anche l’approccio che la gente umbra ha con la fede ci conforta: si fa un dovere per noi comunicare sempre più e sempre meglio. Diventa una colpa la tentazione di rinserrarci negli spazi del sacro e nelle funzioni istituzionali. È il caso di ripetere una celebre espressione pontificia: ‘Non possiamo tacere”. Nuove frontiere della comunicazione: su cosa puntare? ‘Come, in natura, le foglie che cadono sono la condizione perché ne nascano di nuove, così nel mondo della comunicazione non possiamo rassegnarci solo alle forme consolidate. Se l’epoca delle riunioni e delle pie aggregazioni pare appartenere al passato, altri modi sono nati per diffondere le idee e coinvolgere le persone. L’Umbria ha la vocazione d’essere una sorta di laboratorio anche nell’ambito della comunicazione della fede. È necessario dare un’attenzione sempre più forte ai linguaggi che emergono: per esempio ogni iniziativa informatica trova ascolto, al di là delle nostre stesse aspettative. Anche alcune forme di comunicazione, che già furono vivacissime nella tradizione umbra, come la musica e le sacre rappresentazioni, dopo un periodo di oblio sono tornate alla ribalta. La Chiesa non potrebbe ignorare queste trasformazioni senza venir meno al suo dovere di evangelizzare’. Si è da poco riunita la Commissione della Ceu per le comunicazioni sociali. Quali proposte per il futuro?’Mi ha fatto molto piacere il consenso che si è trovato tra i rappresentanti delle Chiese umbre per le comunicazioni. L’idea di rilevare quanto esiste e di mettere insieme le iniziative delle diocesi, delle parrocchie, dei movimenti e degli Ordini religiosi affascina. Pare quasi un sogno anche solo l’idea di provare a lavorare tutti in rete. Tra l’altro abbiamo tirature, ascolti e visite da far invidia alle maggiori testate nazionali. Ad Assisi il 18 aprile l’elemento che emergeva più di ogni altro era la voglia di futuro e l’impegno a realizzarlo. Mi ha fatto particolarmente piacere registrare la consonanza che in ogni parte dell’Umbria si sta rilevando attorno al tema scelto per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: ‘I mezzi di comunicazione sociale al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la verità per condividerla’. Le iniziative che sono state proposte per la nostra Regione danno speranza’. Un consiglio agli organi di informazione… ‘Senza alterigia, è tempo che impariamo ad usare i media per smontare le immagini preconfezionate che anche a livello nazionale in questi ultimi tempi sono state diffuse sulla nostra Regione e sulle sue istituzioni. Perugia e la nostra Università non sono il coacervo di ogni trasgressione: non lo sono più degli altri. Se è un dovere fare squadra con tutti gli uomini di buona volontà attenti alla questione educativa, è giusto far sapere che la grande maggioranza dei giovani umbri sono affidabili e si orientano alle cose che contano. Qualcosa del genere va detto anche nell’ambito specifico dei fenomeni religiosi, quanto meno per attestare che sono tra i più vivaci e seguiti, anche se non hanno sempre favorevole letteratura da parte di chi gestisce le notizie’.
Comunicazione sull’onda della fede
Chiesa e comunicazione nella nostra regione. A colloquio con l'arcivescovo mons. Fontana
AUTORE:
Francesco Carlini