Chi era Colomba e perché c’è tanto interesse per questa donna vissuta in un tempo tanto lontano dal nostro? Domande cui risponderanno le iniziative in programma per questo anno centenario e già affrontate dall’Arcivescovo mons.Giuseppe Chiaretti nella sua lettera pastorale “Come uno angelo diDio”. Domande che abbiamo voluto rivolgere ad una giovane domenicana di vita attiva, suor Annalisa Bini, membro del comitato per le celebrazioni centenarie della Beata Colomba, oltre che appassionata di storia della Chiesa. Suor Annalisa, perché tutto questo interesse per la beata Colomba? “Come ha scritto il Vescovo nella sua Lettera pastorale l’interesse è soprattutto legato all’azione sociale di questa beata che già in vita era considerata santa. Inoltre è un’ occasione per riscoprire il ruolo dei laici, e della donna in particolare, alla vita della Chiesa, ma anche alla vita sociale e quindi, in un tempo in cui c’è disaffezione alla vita sociale e politica, Colomba può aiutare a ritrovare un po’ il senso di questa presenza. Non è un caso che Colomba è paragonata a santa Caterina da Siena, anch’ella terziaria domenicana”. Di Colomba in realtà si hanno poche ‘fonti’ dirette…”Certo le scarse notizie che abbiamo non ci permettono di approfondire molto questo legame, però dovremo domandarci come mai il suo biografo domenicano, quando scrive la sua vita la modella su quella di santa Caterina. Un paragone che ad alcuni sembra eccessivo, però in questo fine ‘400 troviamo in Italia moltissime terziarie domenicane, che ad un certo punto della loro vita decidono di vivere in comunità con altre donne, laiche anch’esse, professando i voti oppure, come santa Caterina, sono terziarie e vivono in comune la loro vita che incide anche sulla politica della città in cui vivono”. In quel periodo c’era quasi come una ‘moda’, la società in qualche modo si aspettava che alcune donne venissero individuate per un ruolo pubblico. “Questo periodo è stato studiato da una storica, Gabriella Zarri, che ha scritto un saggio su “Le sante vive”. Alla fine del ‘400 anche sull’onda di un certo profetismo presente nella Chiesa, basta citare per tutti Savonarola, molte Signorie come gli Este ed i Gonzaga ricercavano delle ‘sante vive’, cioè donne carismatiche, dotate di profezia, intesa proprio come il saper leggere le vicende della storia con l’occhio di Dio. Gli Este fecero addirittura rapire Lucia da Narni per portarla a Ferrara dove le fondarono un monastero”. Questo fenomeno quindi inizia e si conclude tra fine ‘400 inizi ‘500? “Sì, e la Zarri lo mette in relazione alla conclusione dell’esperienza sovonaroliana. La stessa Colomba, infatti, verrà solo beatificata, dice la Zarri, perché cambia il periodo storico sociale ed ecclesiale. Con la Riforma per esempio si comincerà ad istituzionalizzare sempre di più la vita delle donne che vogliono seguire il Vangelo verso forme più claustrali.Questo stile di vita comunitario al di fuori della clausura, ricercato e seguito dalle ‘sante vive’, non costituirà un modello proponibili all’intera Chiesa”. Colomba ha lasciato una eredità alle domenicane? “Io devo sottolineare l’importanza che ha avuto Colomba per tutte noi. In fondo tutte le suore domenicane di vita attiva discendono da questi terz’ordini secolari che poi diventavano regolari, scegliendo una vita comune e quindi una Regola. La beata Colomba ha rinnovato la vita religiosa, fondando a Perugia una comunità di terziarie che vivevano in comune, con voto di obbedienza, povertà e castità, ma senza l’obbligo della clausura. Con le sue sorelle si dedicava al lavoro manuale e anche alla mendicità, all’aiuto dei poveri”. Il monastero della beata Colomba a Perugia oggi è di clausura…”La riforma dopo il Concilio di Trento ha trasformato ogni tipo di vita comunitaria femminile in monasteri. Quello della beata Colomba, che in fondo è un’ erede di queste esperienze, oggi è di clausura e appartiene al secondo ordine domenicano”. Colomba viene indicata dal Vescovo come modello per i laici di oggi. In che senso? “Oggi una certa scelta di vita in comune esiste anche all’interno di alcuni movimenti laicali che propongono una consacrazione e una vita comune con i tre voti. Inoltre Colomba e le ‘sante vive’ non si interessavano solo dei poveri, ma avevano contatti con il mondo politico e sociale. Questo è secondo me l’insegnamento per i laici: una vita vissuta con una radicalità nel battesimo che non ti estranea dal mondo, ma anzi ti ci fa entrare con tutta la forza del Vangelo”. La riscoperta di Colomba è piuttosto recente? “Sì, risale all’88-89. Ci fu un convegno che è stato importante anche per conoscere la beata Colomba nel contesto di Perugia e di tutta Italia. Da quel convegno è nata l’associazione “Beata Colomba” che svolge numerose attività”.
Colomba donna del ‘400 ascoltata dai potenti della città
Aperte a Perugia e a Rieti le celebrazioni per il centenario della morte
AUTORE:
M.R.V.