Con la due-giorni del 29 e 30 agosto a Roccaporena si è inaugurato l’autunno formativo Csi. Ripartono dal Centro Italia gli stage di aggiornamento e qualificazione per dirigenti e responsabili di comitato promossi dalla Presidenza nazionale. Protagonisti circa 50 dirigenti del Lazio, Umbria, Marche che hanno affrontato il tema “Coinvolgimento”.
Realizzato dal team Formazione nazionale, lo stage ha messo a fuoco il valore strategico che la capacità di coinvolgere gioca e gli effetti che produce sulla vita e stile associativi: un aumento della “presenza” (esserci), un aumento della “presenza qualificata” (partecipazione attiva), un aumento della “appartenenza” (costanza) e soprattutto un aumento della “testimonianza” (credibilità).
I dirigenti dei comitati del Centro associativo si sono messi in gioco coinvolgendosi senza perdere di vista obiettivi e motivazioni necessari per giocare davvero “all’attacco”, come ci ha spronato a fare Papa Francesco, e non “accontentarci di un pareggio mediocre”. Attraverso esercitazioni, attività ed approfondimenti teorici, i partecipanti hanno creato un clima fecondo e hanno tirato fuori idee e nuove strategie per far circolare il “talento missionario” che la nostra associazione ha ricevuto.
Insomma, ancora una volta al centro…. i dirigenti! Per quanto riguarda la presenza del Csi delle Marche, ecco la testimonianza di Daniele Tassi. “Una due-giorni formativa – commenta – per dirigenti, animatori e volontari che si riconoscono in questo percorso interregionale tra le regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Il successo dell’iniziativa non è solo testimoniato dai numeri, ma dalla convinta a partecipazione che ha mosso persone dalle quattro regioni del Centro Italia. Da segnalare la presenza speciale di un dirigente marchigiano, che dimostra l’attaccamento ai valori della condivisione e della partecipazione di cui si nutre la nostra associazione. La presenza speciale è stata quella di un dirigente ricoverato da qualche mese in ospedale per problemi di salute, che ha frequentato la formazione proposta dal team nazionale della formazione, facendosi accompagnare dai propri familiari e chiedendo un permesso alla struttura sanitaria presso cui è ricoverato. La sua presenza ha stupito e commosso, perché è stata la testimonianza concreta che l’attaccamento ai valori e alle relazioni umane, vissute all’interno del Csi, riescono a compiere dei miracoli, molto più che azioni strategiche o programmatiche. Il confronto ‘politico’ associativo della domenica mattina ha ribadito convintamente la volontà di proseguire nel percorso interregionale, da parte dei Comitati provinciali e regionali, impegnandosi a elevare ancor di più il livello della proposta associativa, formativa e sportiva”.
“L’Interregionale – dice Daniele Rosini, presidente regionale del Csi Lazio – è un’occasione da non perdere”, riprendendo le parole di don Leonardo Romizi al discorso di apertura dello stage. Prosegue sottolineando come ci sia bisogno di “più vita” all’interno del Csi, e come non si debbano mai abbandonare o trascurare occasioni del genere. Descrivendolo come il miglior luogo per quest’evento, il presidente laziale è rimasto contento dell’ottima scelta del posto, Roccaporena, che è un luogo ricco di significati e che ha fatto un pezzo di storia del Csi.
Rosini ha anche svolto la figura di formatore, tenendo una lezione all’aperto, al corso per “volontari équipe” nella speranza che l’intero stage per volontari possa far crescere e maturare nuove persone per “il domani del Csi”, ma anche nella quotidianità, sia negli aspetti etici che in quelli pratici.
“È andato tutto bene” commenta infine il presidente regionale dell’Umbria, Carlo Moretti, soddisfatto per l’esito di dello stage, sia per l’organizzazione spicciola sia per i contenuti espressi. “Un ritorno alle origini – continua Moretti -, visto che i primi passi nel Csi li ho mossi nei corsi interregionali di Roccaporena. Un’immersione nella pace e nella spiritualità che il lungo ha in sé, che ci permette di rigenerarci e riposizionare la barra delle nostre attività nella giusta rotta”.
Grande soddisfazione anche per la partecipazione di numerosi ragazzi, pronti a formarsi nel percorso dell’animatore sportivo. Ragazzi che rappresentano la colonna portante del Csi e un bacino – da curare e “coccolare” – di futuri dirigenti.