“Cocaina: droga al centro della società” era il primo appuntamento organizzato in occasione dei vent’anni di attività del Ceis di Città di Castello. L’incontro, promosso dal Ceis tifernate in collaborazione con l’Asl 1, è stato moderato dal presidente del Centro, don Paolino Trani. Tra i relatori invitati, il Vescovo diocesano, il direttore generale Asl 1, Emilio Duca, il vicesindaco di Città di Castello con delega ai Servizi sociali, Luciano Bacchetta, e il coordinatore del progetto “No cocaina” del Centro solidarietà di Reggio Emilia, Ivan Mario Cipressi. “Festeggiamo i vent’anni di grande attività del Ceis tifernate – ha detto in apertura del convegno don Paolino Trani – ricordandoci che sono 568 le persone che dal 1989 al 2009 sono passate nel nostro Centro. Nel corso di questi anni sono cambiate le droghe, le dipendenze e anche i metodi di cura. Ultimamente si è registrato un calo del volontariato: forse perché è venuto meno il senso profondo della vita, cioè l’aprirsi agli altri”. Si è rallegrato di questo felice anniversario anche mons. Cancian, che ha riconosciuto “venti anni qualitativamente e quantitativamente significativi”.
Secondo il Vescovo, “l’opera del Ceis è stata fondamentale, per aver riportato tanti giovani nella strada giusta. Questo lo dobbiamo a don Tonino Rossi, che ha fondato il centro, e a don Paolino, presente fin dalla nascita e attuale presidente. La Chiesa si conferma sul fronte delle emergenze: essere presente dove ci sono le necessità, come il danno della cocaina”. A proposito dell’assunzione di cocaina, soprattutto da parte dei più giovani, mons. Cancian ha parlato di “urlo” lanciato “dai giovani agli adulti, che non hanno nulla da offrire ai loro ragazzi”. “Della droga, del triste fenomeno della droga si deve sempre parlare. In famiglia, a scuola, in pubblico e in privato”, ha dichiarato Emilio Duca. Il quale ha aggiunto: “Dobbiamo riconoscere che le risorse sono poche. Il ‘sistema Italia’ offre buoni servizi, ma le risorse sono molto poche. Dobbiamo giungere a una collaborazione fra associazioni ed enti, in virtù del diritto fondamentale alla salute. Deve emergere una rete, una sinergia tra quello che può dare l’ospedale e quello che possono fare i Centri solidarietà”.
Il vicesindaco Luciano Bacchetta, portando i saluti dell’Amministrazione comunale tifernate, si è detto “stupito della capacità di lavorare del Ceis”. Tuttavia, ha ricostruito Bacchetta, “anche il Comune ha reagito all’emergenza droga, istituendo qualche tempo fa il Family Care, servizio per stare vicino alle famiglie”. Purtroppo che le risorse non ci siano è vero, ha ammesso il vicesindaco, “per cui questa carenza ci impone una fantasiosa capacità di collaborazione tra associazioni, Comune e Asl”. Il fenomeno della cocaina, ha concluso Bacchetta, anticipando l’analisi successiva, “è preoccupante in quanto mancano i numeri ufficiali. Chi consuma abitualmente cocaina non è il classico drogato, ma una persona priva di disagio”. Numeri e caratteristiche del fenomeno della cocaina sono stati esposti nella relazione di Ivan Mario Cipressi. “In tutta Europa – ha illustrato – sono 13 milioni i consumatori di cocaina (il 3,9% degli europei adulti). Il fenomeno sembra non arrestarsi, in quanto è previsto per il 2011 in aumento del 5% dei cocainomani”. Secondo l’analisi di Cipressi, “la cocaina ti fa stare al centro dell’attenzione, stimolando il tono e l’energia fisica e mentale. Una droga per adulti, per gente affermata, per professionisti che, dimenticandosi degli altri, vogliono restare al centro dell’attenzione. Chi consuma cocaina, inoltre, non si accorge di esserne dipendente. Ecco perché il numero dei cocainomani continua a nascondersi nelle pieghe di una realtà malata, schiava dell’immagine”.