Un gruppo di ragazze e ragazzi con disabilità che emozionatissimi si stringono forte forte l’una all’altro, sorridendo. In mezzo sbuca la faccia da monello di Claudio Bisio che, in occasione del suo spettacolo La mia vita raccontata male presentato al teatro Morlacchi di Perugia, ha voluto dedicare una recita speciale agli studenti e alle studentesse inseriti nel servizio di tutorato specializzato, promosso dall’Università degli studi di Perugia e gestito dalle cooperative sociali Frontiera lavoro e Borgorete, incontrandoli al termine di questa sorta di prova generale.
Claudio Bisio racconta il suo essere stato studente
di liceo a Milano, poi il mondo dello spettacolo
Le domande si susseguono veloci e incalzanti. “Ma tu, Claudio, che studente sei stato?”, domanda Andrea, 20 anni, che frequenta il corso di Storia del teatro italiano. “Ho fatto le superiori a Milano, liceo scientifico ‘Luigi Cremona’, sezione D. Erano gli anni Settanta, quindi c’è tutto un capitolo di politica e occupazione delle scuole. Probabilmente sono stato un pessimo studente, ma in verità ho studiato tanto, ho fatto una maturità brillante. Bisognerebbe chiederlo ai miei vecchi professori che studente sono stato. Alcuni mi hanno amato, penso all’insegnante di Italiano e di Storia, altri mi hanno odiato perché non ero sempre in classe, ma alla fine ce l’ho fatta. Subito dopo mi sono iscritto ad Agraria, sedici esami ma non mi sono mai laureato, dovendo alternare gli studi alle prime esperienze nello spettacolo”.
“Rappresentate un’esperienza bella. Siete un esempio di energia, intelligenza, forza di volontà e coraggio”
La giornata trascorsa insieme a teatro è stata una finestra aperta verso l’esterno, usato come mezzo per abbattere le barriere delle diversità. “Utopia – prosegue Bisio – è saper guardare sempre un po’ più in alto. Magari non si raggiunge la meta, ma ci si eleva. Altrimenti si resta sempre in basso. Oggi tutti, purtroppo, pensano in piccolo. Voi rappresentate, invece, un’esperienza bella e intensa che trasmette tanta energia, un esempio di intelligenza, forza di volontà e coraggio”. Le parole dell’attore milanese sono di incoraggiamento per questi studenti davvero unici.
Le parole di Beatrice
“Sono tanto emozionata per questo incontro a teatro – dice Beatrice, prossima alla laurea in Psicologia-. Sto per raggiungere un bellissimo traguardo grazie alla mia determinazione. Mi è tanto di aiuto la mia tutor che mi affianca nella preparazione della tesi di laurea. Lo spettacolo è bellissimo, ho riso tanto, mi ha fatto pensare”.
Claudio Bisio, attraverso il repertorio letterario di Francesco Piccolo, intraprende un viaggio agrodolce tra vita pubblica e privata, reale e romanzata. Dai primi momenti di trascurabile felicità alle scelte, anche sbagliate, spesso tragicomiche. Perché la vita – sembra dirci questo viaggio nella vita del protagonista – spesso non la si vive come vorremmo noi, ma come vuole ‘lei’.
Le parole di Lorenzo
“Io non sono la mia carrozzina, così come nessuno sarà mai il suo paio di scarpe. Ognuno di noi è le proprie abilità, non le proprie difficoltà”, incalza Lorenzo, ventenne dal sorriso facile e dalla spiccata autoironia, capace di affrontare ogni impresa, piccola o grande, senza farsi condizionare dalle limitazioni che una patologia gli impone dalla nascita, come dimostrano i tanti esami universitari superati brillantemente.
Bisio: “mettere al centro la persona con i suoi limiti”
“Abbiamo bisogno – conclude Bisio – di una cultura che metta al centro la persona con i suoi limiti. Questo vale per tutti, per chi ha problemi fisici, per chi ha perso il lavoro, per chi ha delle difficoltà. La diversità ci fa paura perché non la conosciamo, e quindi non siamo in grado di gestirla”. Occhi lucidi alla fine di questo incontro per i tanti momenti emozionanti che ci fanno vedere che quelle ragazze e quei ragazzi non sono “speciali”: sono normali, e “la vita è bella anche quando non è bella”.
Luca Verdolini