È morto Giuseppe Alberigo, leader del ‘Gruppo di Bologna’; studiosi di storia della Chiesa che, soprattutto attraverso le edizioni Il Mulino, si sono impegnati a fondo nella difesa del Concilio. Dio mio! ‘Difendere il Concilio’: chi ce l’avesse detto, a noi che abbiamo detto messa a ridosso degli anni ’60, che un giorno qualcuno avrebbe dovuto ‘difendere il Concilio’! Su Avvenire del 16 giugno Andrea Riccardi ha tracciato un bel ricordo di Alberigo; e nei tre mozziconi di colonna che s’insinuano dal basso nel suo articolo viene puntualizzato lo snodo dell’odierna quérelle sul Concilio ‘Rottura o continuità?’. Magari fosse così! Presentando (2005) il libro di mons. Marchetto ‘Il Concilio ecumenico Vaticano II. Contrappunto per la sua storia’, il card. Ruini disse: ‘L’interpretazione del Concilio come rottura e nuovo inizio è oggi debolissima’; un’affermazione di fronte alla quale si può consentire senza riserve, ma anche prendere le distanze, precisando che ‘rottura’ e ‘nuovo inizio’ non sempre vanno di pari passo. Ci fu una rottura, da faglia di Sant’Andrea, ma non fu affatto un nuovo inizio. Studiavo teologia tra il ’58 e il ’61, al Laterano, quando Papa Giovanni ci rifilò tra capo e collo una mazzata della quale portiamo ancora, gioiosamente, il livido. Cose nuove, nuovissime, inaudite. La distinzione tra errante ed errore. La simpatia per il mondo. La distinzione tra fissità delle teorie interpretative della vita e cangiante mobilità dei movimenti storici che da essa sono nati. Cose nuovissime, ma tutte attinte dalla tradizione millenaria della Chiesa: esaltandone le parti che potevano rispondere alla fame dell’uomo moderno e lasciando in ombra quanto nell’uomo moderno poteva produrre ‘rosume’, irritazione, irresistibile bisogno di grattarsi. Ma oggi le cose stanno ben diversamente. Oggi c’è chi il Concilio vorrebbe cancellarlo. Ricorrendo, tra l’altro, al ‘quarto segreto di Fatima’, che secondo Lor Signori prevederebbe il collasso della Chiesa sotto il peso di un Concilio ‘eretico’, o quanto meno ‘fazioso’, o anche solo ‘inopportuno’. E qui un Cardinale ha alzato la voce. Di brutto. L’ha fatto il segretario di Stato Tarcisio Bertone in una recente puntata di ‘Porta a porta’. Efficacissimo, con l’autografo di suor Lucia in mano: ‘Non esiste nessun quarto segreto di Fatima. Non esistono quelle (13?) righe in più!’. Esistono solo nelle maligne circonvoluzioni del cervello di certi ipercattolici, che coniugano la più sviscerata professione di obbedienza alla Chiesa con l’attacco a mo’ di tori Miura alla più autentica espressione della fede della Chiesa, il Concilio. Non di rado le performances dei cardinali in tv sono pie, esili e nasali. Quella di Bertone è stata polemica, vigorosa e baritonale. Clap clap. A difesa di quando Pietro di Cafarnao, con intorno quegli 11 semianalfabeti come lui, torna ad alzarsi e dice: ‘Così è parso allo Spirito santo e a noi’.
Clap clap per un Cardinale
AUTORE:
Angelo M. Fanucci