di Daris Giancarlini
Pare che la cioccolata sia un potente antidepressivo. Sarà anche per questo che le vie di Perugia in questi dieci giorni, nonostante l’autunno incombente, sono piene di gente. Eurochocolate compie 25 anni, e aggiunge alle sue proprietà e funzioni anche quella di rito apotropaico di massa contro le paventate sfortune economicofinanziarie a seguito del conflitto Italia / Resto dell’Unione europea. Juncker ci bacchetta? E io mi mangio un gianduiotto. La Commissione Ue boccia la manovra? Una bella stecca di fondente, e non ci penso più.
Lo spread sale e i mutui vanno alle stelle? Bevo una bella tazzona di cioccolata bollente. Dice: ma Eurochocolate dura dieci giorni, e dopo? Ci penseremo dopo. Con i like sui social, le fotine dei gatti o, peggio, dei bambini, le chat di insulti e via sfogandosi. Ma un bel libro? Una visita a un museo? Un concerto di musica classica? È chiedere troppo, all’epoca del rancore. Non c’è più spazio per crescere culturalmente, leggere e studiare per farsi un’opinione, coltivare valori come l’obiettività, la pazienza, l’imparzialità. E allora, meglio mangiarsi un bon-bon.