È “I diritti dell’infanzia” il tema della XIX assemblea plenaria del Pontificio consiglio per la famiglia, che dall’8 al 13 febbraio riunisce membri e consultori intorno al tema dei diritti dell’infanzia, nel XX anniversario della Convenzione internazionale sulle misure a tutela del bambino, adottata dalle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. Il Papa ha ricevuto in udienza, l’8 febbraio, i partecipanti ai lavori rivolgendo loro un discorso inaugurale, nel quale ha richiamato alcuni temi centrali nella riflessione odierna sulla famiglia. Ne proponiamo una sintesi. I fanciulli, ha detto Benedetto XVI, “vogliono essere amati da una madre e da un padre che si amano, ed hanno bisogno di abitare, crescere e vivere insieme con ambedue i genitori, perché la figura materna e paterna sono complementari nell’educazione dei figli e nella costruzione della loro personalità e della loro identità”. Il Papa ha quindi aggiunto che “un ambiente familiare non sereno, la separazione con il divorzio non sono senza conseguenze per i bambini, mentre sostenere la famiglia e promuovere il suo vero bene, i suoi diritti, la sua unità e stabilità è il modo migliore per tutelare i diritti e le autentiche esigenze dei minori”. Ha quindi fatto riferimento ad alcune iniziative del Pontificio consiglio per la famiglia, tra cui il progetto “La famiglia soggetto di evangelizzazione” con cui – ha detto – “si vuole predisporre una raccolta, a livello mondiale, di valide esperienze nei diversi ambiti della pastorale familiare, perché servano di ispirazione ed incoraggiamento per nuove iniziative”. Ha richiamato anche un altro progetto, denominato “La famiglia risorsa per la società”, “con cui si intende porre in evidenza presso l’opinione pubblica i benefici che la famiglia reca alla società, alla sua coesione e al suo sviluppo”. Parlando poi della preparazione al matrimonio, “più che mai necessaria ai giorni nostri”, ha citato la redazione di un Vademecum a cura del dicastero, in cui si delineeranno “tre tappe dell’itinerario per la formazione e la risposta alla vocazione coniugale”. Tali tappe sono una “preparazione remota”, che – ha detto – “coinvolge la famiglia, la parrocchia e la scuola, luoghi nei quali si viene educati a comprendere la vita come vocazione all’amore”, nelle “modalità del matrimonio e della verginità per il Regno dei cieli”. La seconda tappa della preparazione al matrimonio è quella che Benedetto XVI ha definito prossima da configurarsi “come un itinerario di fede e di vita cristiana” che “preveda gli interventi del sacerdote e di vari esperti, come pure… di qualche coppia esemplare di sposi cristiani”. Infine il Papa ha citato la preparazione “immediata, che ha luogo in prossimità del matrimonio”, parlando di “catechesi sul rito del matrimonio”, di ritiro spirituale, di cura perché la celebrazione sia percepita “come un dono per tutta la Chiesa”. A proposito del tema generale dell’assemblea plenaria, Benedetto XVI ha richiamato il fatto che “la Chiesa, lungo i secoli, sull’esempio di Cristo, ha promosso la tutela della dignità e dei diritti dei minori e, in molti modi, si è presa cura di essi. Purtroppo – ha aggiunto – in diversi casi, alcuni dei suoi membri, agendo in contrasto con questo impegno, hanno violato tali diritti: un comportamento che la Chiesa non manca e non mancherà di deplorare e di condannare”. Circa la Convenzione sui diritti dell’infanzia, ha ricordato che “è stata accolta con favore dalla Santa Sede, in quanto contiene enunciati positivi circa l’adozione, le cure sanitarie, l’educazione, la tutela dei disabili e la protezione dei piccoli contro la violenza, l’abbandono e lo sfruttamento sessuale e lavorativo”.