Ci sentiamo orfani della sua parola

Cari lettori, alla ripresa delle attività delle nostre comunità diocesane dopo la pausa estiva attendevamo, come ogni anno, i preziosi contributi e suggerimenti dell’indimenticabile don Elio Bromuri sul lavoro pastorale delle nostre Chiese. Lui stesso, all’incontro del nostro settimanale dello scorso 27 giugno, ci ha fornito un’anticipazione delle linee da seguire in un anno non poco impegnativo iniziato lo scorso primo settembre con la Giornata del creato: “Una festa – disse don Elio – che dura un mese intero”.

Soprattutto ci ha esortato a cogliere “la sfida del Giubileo prossimo venturo come una provvidenziale opportunità di rinascita spirituale e morale nella nostra Chiesa e nella società intera, che porti frutti anche in ambito economico e sociale”.

Il nostro amato Direttore è stato chiamato alla Casa del Padre. È ancora impressa nei miei occhi la moltitudine di persone che ha gremito la cattedrale di San Lorenzo il giorno delle esequie.

Non sarà facile fare a meno dei puntuali, obiettivi, sereni e determinati interventi a 360 gradi che hanno sempre caratterizzato i suoi editoriali, pubblicati anche da altri settimanali cattolici italiani. I suoi scritti erano di apertura e di dialogo con la società intera, oltre che con la Chiesa.

Ci sentiamo orfani della sua parola. Sono certo che il nostro don Elio, che speriamo partecipe della comunione dei santi, continuerà a darci preziosi consigli, e soprattutto ci sosterrà per andare avanti, perché ci ha sempre insegnato che l’uomo dinanzi a qualsiasi dolore e sofferenza non deve mai fermarsi, ma continuare – con l’aiuto di Dio – il suo cammino terreno.

Per questo, come non cogliere e fare nostro il suo appello a proseguire la lunga via già percorsa dalla nostra Voce nei suoi sessanta e più anni di pubblicazione? “Otto Chiese, una Voce” diceva spesso e con voce ferma, auspicando – con l’aiuto di amici, benefattori e mecenati vecchi e nuovi, come ebbe a dire nel suo ultimo incontro pubblico del 27 giugno scorso – di “poter dare un segnale di svolta con un’edizione, almeno una volta al mese, tutta a colori, con una redazione arricchita di volontari che possano recepire con maggiore tempo e attenzione le istanze e realizzare l’edizione digitale”.

Il nostro Direttore ci ha lasciato queste “consegne”, che, provvisoriamente e in vista di una generale riorganizzazione della comunicazione ecclesiale regionale per razionalizzare al meglio risorse e professionalità, affidiamo come Vescovi a giornalisti formati alla “scuola” de La Voce di don Elio, che operano da tempo nel settore della comunicazione istituzionale della nostra Chiesa umbra.

Riccardo Liguori, direttore responsabile ad interim, Francesco Carlini e Elisabetta Lomoro avranno il compito di arricchire e a sostenere il lavoro svolto per lunghi anni, al fianco di don Elio, da Maria Rita Valli, caporedattrice, e da tutti i membri della redazione ai quali va il mio sentito ringraziamento.

Dallo spirito di collaborazione si misura anche il grado di unità e di comunione delle Chiese umbre nell’ambito della comunicazione. A tutti auguro un fruttuoso lavoro in continuità con lo stile giornalistico di don Elio. E a tutti gli affezionati lettori auguro un buon prosieguo di lettura della nostra Voce nel ricordo del suo Direttore, consapevole che la sua assenza sarà per molto tempo motivo di rimpianto.

AUTORE: Gualtiero card. Bassetti Arcivescovo di Perugia - Città della Pieve e Presidente della Conferenza episcopale umbra