Ci mancherà il tuo sorriso

I funerali dell'amatissimo 'don Sergio', arrivato in diocesi dal Congo

Il 7 luglio, nella bella chiesa di San Sisto in Perugia, con una cerimonia solenne, alla quale hanno partecipato 20 sacerdoti tra congolesi e italiani, abbiamo dato l’estremo saluto a don Sergio. Sono state pronunciate poche, ma sentite parole da mons. Giuseppe Kwambamba, da don Vincenzo e da don Bruno Pauselli che ha anche voluto leggere un pensiero del vescovo mons. Ceccobelli che esprime bene i sentimenti di stima e apprezzamento del clero eugubino. Don Remy Serge Kibali N’Siere era nato a Bandundu Ville (Congo ex Zaire) il 28.08.1966. Quinto di una famiglia di 13 fratelli, padre camionista e mamma casalinga. Ambedue deceduti insieme a due fratelli. Famiglia quasi povera. A 12 anni entra nel seminario minore della diocesi di Kenge, dove rimane per sei anni. Frequenta il corso di filosofia di tre anni al Seminario regionale di Bandundu, quello di teologia alla Università Cattolica di Kinshasa. Ordinato sacerdote, è stato parroco per sei anni in diverse parrocchie, rettore al Seminario di Kenge ed ancora parroco. Sempre si è fatto notare per intelligenza e grande amore alla gente, soprattutto ai malati. Il Vescovo lo manda a studiare Pastorale sanitaria all’ateneo ‘Camillianum’ di Roma, generosamente accolto e custodito dalla famiglia di Dora e Piero. Aveva terminato gli studi e doveva discutere a giugno la tesi, già consegnata. Per due anni ogni fine settimana andava a Goriano Siculi (Aquila) ad aiutare il parroco e lasciandovi un grande ricordo e rimpianto, testimoniato da un folto gruppo presente ai funerali. Nel 2007 partecipa al Congresso eucaristico in Canada; al ritorno è venuto in diocesi di Gubbio. Viveva a S. Maria di Burano con don Bruno Pauselli. Insieme riuscivano a gestire con soddisfazione le sei chiese della parrocchia. Vi partecipava con entusiasmo. Parlava un buon italiano. Nelle omelie era breve. Conciso. Essenziale. Ciò che non riusciva a dire con le parole lo comunicava con un sorriso aperto e suadente. Era tifoso della Juventus Andava sempre con i ragazzi a vedere le partite al bar di Baffone. Li aveva conquistati tutti. Aveva sofferto da piccolo. Colpito più volte la malaria, non dava troppa importanza ai momenti di depressione e di stanchezza. Si è poi sentito male ed il 17 marzo veniva ricoverato al Silvestrini di Perugia. Dopo lunghi e laboriosi accertamenti si è arrivati ad una diagnosi negativa. Troppo tardi per intervenire efficacemente; nonostante le cure premurose del personale medico e degli infermieri, venerdì 26 giugno alle ore 8.45 rendeva l’anima a Dio.

AUTORE: D.b.p.