Dal 31/10 al 4/11 si è svolto presso Casa del Sacro Cuore il “Christian Music Meeting”, seminario di musica per l’evangelizzazione, organizzato dal Servizio diocesano per la Pastorale giovanile.
“Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo spirito” (1 Cor. 12,4). Ognuno di coloro che hanno dato vita a questo laboratorio della fede attraverso la lode ha sperimentato la bellezza di essere tante luci in un unico fuoco.
Fra questi, alcuni esperti sono stati chiamati a portare la propria esperienza di fede e di conoscenza rispetto alla musica liturgica e alla composizione di testi (don Pierangelo Sequeri); altri rispetto al proprio modo di vivere la musica e la creatività in quanto gruppo religioso “autonomo” e in un contesto di evangelizzazione (rappresentanti del Gen Rosso, tra cui Valerio Lode Cipri); altri ancora rispetto alla composizione di musiche per l’evangelizzazione (Paolo Ciacci, dell’Istituto di Musica sacra “G. Frescobaldi” e docente presso il conservatorio di Avellino), alla lode come stile di vita (Walter Ferrero della Comunità Chemin Neuf, collega di padre Ciacci presso la Scuola diocesana di Musica sacra) e all’esperienza vissuta nel campo della musica leggera italiana (Stefano Cenci).
Tra i ragazzi che hanno partecipato, lo spirito comune era quella di voler recuperare il senso della propria creatività, mortificata o soffocata dalle storie personali di ognuno e da una visione della musica spesso o sempre in dicotomia con la fede, alla luce di un incontro con Dio che accendesse nel fuoco di cui sopra la scintilla di questo desiderio… In questi giorni una quindicina di persone, per lo più di età fra i 18 e i 25 anni, hanno riscoperto la dignità e la preziosità del loro talento nel momento in cui hanno potuto investirlo e sentirsi investiti di fiducia.
In un’atmosfera di condivisione e ascolto, questi ragazzi hanno ascoltato, conosciuto, imparato ciò che risultava evidente, e che forse era l’unico scopo dell’iniziativa, né un corso né un concorso, è stata la presenza viva dello spirito della lode, quello stesso spirito, quello stesso fuoco che ha acceso i loro insegnanti prima citati e che è stato alimentato dai momenti di preghiera e festosa condivisione durante la giornata (lodi mattutine, messe, ore trascorse insieme nel canto – “preghiera doppia” direbbe sant’ Agostino).
Il momento conclusivo del ritiro, quello della composizione (individuale o a gruppetti) di canzoni di “musica cristiana”, è stato il frutto che ha rivelato i caratteri dell’albero: stili differenti, melodie più o meno orecchiabili, testi più o meno suggestivi, ma un unico spirito, non quello dell’affermazione di sé, o di un'”arte per l’arte” superficiale e priva di significato, ma quello della musica come specchio della propria umanità vissuta in Cristo, a un tempo, racconto fantastico della propria esperienza e annuncio semplice e unico dell’Amore di Dio.
Ciò che mi è sembrato, osservando questo fuoco vivo e parlando con alcuni dei ragazzi che vi hanno preso parte e di coloro che hanno gestito questo momento, è che questi cinque giorni non rimarranno un semplice episodio, nella loro vita come in quella della nostra archidiocesi, ma avrà naturalmente un seguito. Non è nella natura di un fuoco, d’altronde, non propagarsi. E non c’è acqua che possa spegnere questo fuoco.