di Pier Giorgio Lignani
L’incendio e la parziale rovina della basilica di Notre-Dame a Parigi hanno suscitato emozione in tutto il mondo.
Una volta domate le fiamme, si è scoperto che il danno è gravissimo, ma non irreparabile; del resto la copertura e la guglia, che sono andate distrutte, già non erano più quelle originali. E contribuisce a rasserenare gli animi il pensiero che si è trattato di un incidente e non di un attentato. Tuttavia si affaccia qualche riflessione.
Quanti di coloro che sono rimasti turbati vedendo in diretta tv le immagini del crollo si sentivano addolorati perché stava andando distrutto un luogo di fede e di preghiera? O erano forse più numerosi quelli per i quali Notre-Dame è “solo” uno scrigno di opere d’arte e di memorie storiche, un monumento civile e nazionale, insomma “laico”?
La domanda pare legittima, perché nel nostro mondo secolarizzato la dimensione religiosa e spirituale viene messa sempre più in ombra.
Nell’Europa cristiana, per secoli e secoli, la religione è stata ispiratrice di grandi opere d’arte in ogni campo: nell’architettura, nella musica, nella poesia, nella pittura. Tanti celebri dipinti che erano stati creati per essere oggetto di devozione sopra un altare, e lo sono stati, oggi stanno nei musei, e la gente li guarda con lo stesso spirito con cui si guarda la statua di una divinità pagana.
Me ne viene in mente uno: lo Sposalizio della Vergine di Raffaello. Era stato dipinto per la chiesa di San Francesco a Città di Castello, ora si trova a Milano alla Pinacoteca di Brera. Ma anche quella chiesa, che fino a pochi anni fa era sempre piena di fedeli, forse la più frequentata della città, ora è deserta; è ancora aperta, se qualcuno vuole entrare, ma la messa vi si celebra solo due o tre volte l’anno.
Finché dura. Ogni volta che una chiesa si chiude, si disperde (o si è già dispersa) anche la comunità che lì si riuniva. E ogni volta che accade – molto spesso, purtroppo – , per me e per molti come me è una profonda tristezza, come quella provata vedendo la flèche , la guglia più alta di Notre-Dame, sbriciolarsi nel fuoco. La guglia sarà ricostruita, ma le comunità quando rinasceranno?