Chiese ed arte. Sante e donne nella toponomastica di Città di Castello

Chiese ed arte. Gli studenti del “Franchetti Salviani” studiano la toponomastica di Città di Castello
I giovani relatori durante l’incontro
I giovani relatori durante l’incontro

Questa volta, nell’ambito di “Chiese ed arte”, sono stati gli studenti del polo tecnico “Franchetti Salviani” a illustrare, presso il Museo del duomo, figure di sante e di donne nella toponomastica di Città di Castello. Partendo da un esame dello stradario comunale, i giovani ricercatori hanno trovato che 349 vie o piazze erano intitolate a persone; di queste, 320 a uomini, 29 a donne. Ben lontani dunque dalla parità, e tanto più vale perciò la pena di osservare quali figure femminili abbiano finora avuto la titolazione di un luogo o un’arteria cittadina.

Non è naturalmente strano che prevalgano le intitolazioni alla Madonna: dalla Madonna del Combarbio a piazza Santa Maria Maggiore, per un totale di nove. Seguono figure storiche e politiche: da quelle meno note, come la popolana Maria Picchi, che nel 1851 venne arrestata per aver strappato il sigaro di bocca a un giovane, quale manifestazione di protesta contro il Governo, a Rosa Luxemburg, attiva nella vita politica del suo Paese e in Germania dove morì assassinata. Vi sono le sante, da santa Caterina dottore della Chiesa, a santa Maria Goretti, uccisa per essersi sottratta a uno stupro.

E trovano la loro collocazione le letterate: Sibilla Aleramo, dalla vita tormentata, attiva nella causa femminista e in politica; Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura; Carolina Torreggiani, madre di Alberto Burri. C’è una scienziata: Maria Montessori, prima donna laureatasi in Medicina in Italia, libera docente in Antropologia e innovatrice del metodo pedagogico. E un’artista: Marietta Alboni, nata a Città di Castello, accettata al Conservatorio e sostenuta agli inizi della sua carriera da Rossini, e la cui voce di contralto raggiunse presto fama internazionale.

Non mancano le vie intitolate a Ordini religiosi, come quella delle Giulianelle e quella delle Santucce. Una via è dedicata a Maria Mattia Pierini, nata a Cerbara, che visse una vita intensamente religiosa ricevendo anche le stimmate. Non manca il nome di Alice Hallgarten Franchetti, ben nota per il suo interesse per le donne nelle campagne e i loro figli, per i quali fece aprire scuole, e soprattutto e per aver istituito “La Tela umbra”, ancora oggi attiva in città. Ma vi è anche una denominazione per la bretella apecchiese: via delle Scienziate; e intitolazioni nelle rotonde tra cui compaiono i nomi di Rita Levi Montalcini e Marie Curie. Si direbbe si aprano nuove possibilità di leggere nomi femminili nei percorsi cittadini: non resta che sperare di poterlo fare in futuro.

AUTORE: E. F.