La ludopatia è una malattia e non un vizio. Con questo chiarimento necessario, ha preso avvio il 31 gennaio al centro Mater Gratiae di Perugia il convegno diocesano della scuola dal titolo “La ludopatia: un’emergenza educativa che ci interpella”. Un appuntamento di formazione dell’ufficio Scuola diocesano diretto da Luca Oliveti che, quest’anno, si inserisce in una serie di iniziative in preparazione all’incontro della Scuola, il 10 maggio, con Papa Francesco.
Alla presenza di un pubblico numeroso proveniente dal mondo della scuola e dalle realtà parrocchiali, ha aperto i lavori mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia sottolineando come “la passione seducente per la Sorte attrae l’uomo da sempre” e la ludopatia è “un fenomeno che riguarda tutti: giovani e vecchi, credenti e non credenti”. Il rischio del caos di valori in cui siamo immersi è quello di “diventare dei malati invisibili che restano in una sorta di penombra”. A costoro “diciamo con forza di non rassegnarsi mai, di reagire e di chiedere aiuto, per vivere una vita bella in pienezza”.
Alvaro Paolacci, psichiatra, ha poi aiutato i presenti a comprendere cosa significhi essere malati di gioco d’azzardo e di internet, e ha mostrato possibili piste di prevenzione del fenomeno. Si è soffermato sui giovani, per i quali internet è come “l’acqua per i pesci”: la Rete risponde alle domande senza porne altre, e quindi senza giudicare. “Demonizzare gli strumenti tecnologici non va bene, perché sono gli usi che se ne possono fare a essere negativi e non gli strumenti stessi”, ha sottolineato lo psichiatra, evidenziando quanto sia necessario conoscere gli effetti e gli stadi di malessere a cui un giovane può arrivare. Tutto diventa possibile: si diventa impulsivi, si perde il pensiero critico, il senso e l’importanza dell’attesa volta al godimento, e si diventa incapaci di ‘disconnettersi’, creando una vera e propria dipendenza. Tutto questo può essere arginato con la prevenzione: famiglia, scuola, educatori devono diventare “fattori di protezione” agendo da punti di riferimento per i giovani, facendo emergere e ascoltando i disagi e le fragilità dei ragazzi che diventano preda del gioco, che sia on che off line. È necessario imparare a dire dei ‘no’ e a fornire un “contro-ambiente” che non tolga ciò che si conosce, ma aggiunga, fornisca un’alternativa, porti a valutare un diverso punto di vista.
“Dobbiamo investire sui giovani” ha sottolineato Marco Moschini, docente dell’Università di Perugia, perché “siamo una società lacerata, sconfitta e disillusa, in cui ciascuno si sente devastato da solitudine e noia, e il bisogno compulsivo di giocare, di stare connesso, di avere l’ultimo oggetto uscito sul mercato: sono le nuove tasse che i poveri ‘in spirito’ devono pagare al ‘dio profitto’ che tutto muove. È in questo panorama sconsolante che educare diventa un sacrificio ma soprattutto un dono e un servizio all’altro e a Dio. La Chiesa deve riscoprire questa sua chiamata a educare e farsi prossima alla famiglia e alla scuola, che necessitano di informazioni e strumenti per stare vicino ai ludopatici”.
Questa vicinanza e questo aiuto è stato reso manifesto anche da numerosi interventi di mamme e nonni che vivono quest’esperienza con i loro cari. L’Itts “Volta” di Perugia ha mostrato un video con un’intervista a un giovane giocatore, realizzata all’interno di un progetto sulla ludopatia, sottolineando come anche nelle scuole si cominci a essere sensibili a questo tema. Una rappresentante dell’Ufficio scolastico regionale ha ricordato che è stato redatto il protocollo d’intesa “Perugia città sicura”, nel quale si tratta anche il problema del gioco d’azzardo, e che vede coinvolti, oltre gli enti istituzionali, anche l’Ufficio scolastico regionale, gli oratori, l’Università, l’Asl e i Sert per trovare, insieme, strategie d’intervento adeguate.
A conclusione dell’incontro la moderatrice Annarita Caponera, coordinatrice della Cresu, ha invitato tutti a partecipare all’incontro con don Luigi Ciotti, il 4 aprile ad Assisi, nel quadro delle manifestazioni per prepararsi all’incontro con il Papa.