Mettersi in ascolto del mondo del giornalismo, anche per capire dove sta andando l’Umbria dopo la pandemia e in pieno conflitto Russia-Ucraina, è quanto hanno fatto i nostri Vescovi a Foligno il 20 maggio, incontrando nella chiesa di San Paolo apostolo i principali media regionali. La Conferenza episcopale umbra (Ceu) ha rivolto loro l’invito in vista dell’Assemblea ecclesiale (28 maggio) e della 56a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (29 maggio).
Un invito che non è caduto nel vuoto, tutt’altro. Hanno aderito una trentina di testate, rappresentate da direttori, vice direttori, caporedattori e corrispondenti dai territori. Anche l’Ordine dei giornalisti ha portato il suo contributo presentando positività e negatività della categoria: un’informazione di qualità grazie alla formazione professionale continua, ma sempre più a rischio per la crisi dell’editoria. Chiesa e media hanno così avviato un cammino insieme, partendo dal proprio punto di osservazione, per cercare di rimuovere le criticità che investono i loro ambiti, e contribuire a realizzare una società migliore. L’auspicio è che quest’iniziativa possa ripetersi in futuro.
La Commissione per le comunicazioni sociali della Ceu si è impegnata al riguardo, ricevendo la “benedizione” dei presuli presenti. È piaciuta ai media l’idea di essere ascoltati dai Vescovi. Si è quasi celebrato a Foligno un “Sinodo degli operatori dell’informazione”, un contributo al Cammino sinodale delle Chiese diocesane. Cammino che sarà quindi al centro dell’imminente Assemblea dedicata al tema: “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”.
Nel riconoscere alla Chiesa di saper comunicare la buona novella, è stato evidenziato che i media devono fare informazione, non comunicazione. Diversi sono stati i temi trattati, dalla crisi economico-occupazionale alla crisi delle vocazioni, dalla famiglia al disagio giovanile, dal fenomeno migratorio al contrasto delle fragilità emergenti come la solitudine degli anziani. Tutte tematiche attraverso le quali la Chiesa trova adeguato spazio nei media, quando divulga iniziative che testimoniano concretamente di contribuire alla risoluzione dei problemi. Basti pensare all’opera delle Caritas. Le situazioni di “crisi” e di “scandalo”, la Chiesa umbra le affronta con atteggiamento non di chiusura o censura, ma collaborativo, volto alla ricerca della verità.
Nel contempo è stato chiesto alla Chiesa di avere un confronto costante con i media affinché possano comprendere i loro errori. È lo stesso messaggio del Papa per la 56a Giornata mondiale, “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, a sostenere che oggi è necessario un ascolto capace di far comprendere i fenomeni entrandoci dentro, non voltandosi dall’altra parte o limitandosi a “origliare” e “spiare”. Al contrario, scrive il Papa, “ciò che rende la comunicazione buona e pienamente umana è proprio l’ascolto di chi abbiamo di fronte, faccia a faccia, l’ascolto dell’altro a cui ci accostiamo con apertura leale, fiduciosa e onesta”. I media umbri, in questo, sono sulla buona strada.