Due religioni e due culture a confronto, per avviare un dialogo che favorisca la conoscenza reciproca e l’integrazione nella comunità locale. Era questo il filo conduttore dell’incontro pubblico “Cristianesimo e islam, quale dialogo è possibile?” che si è tenuto sabato 24 ottobre nel centro socio-culturale San Francesco, affollatissimo, promosso dal Comune insieme al Centro culturale islamico di Umbertide, parrocchia di Cristo Risorto, Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi di Gubbio e Centro francescano internazionale per il dialogo (Cefid) dei Frati minori conventuali di Assisi.
L’obiettivo era agevolare la socializzazione e il rapporto tra la popolazione umbertidese e la numerosa comunità islamica presente in città attraverso il dialogo e la comprensione, nella convinzione che la riflessione e il confronto tra due diverse religioni e culture non possa che arricchire la vita della comunità umbertidese dove vive una comunità islamica di circa 1.500 unità, il 10% della popolazione locale, per la maggior parte marocchini, ma anche algerini, tunisini, albanesi, oltre a persone dell’Africa subsahariana.
L’incontro si è aperto e concluso con i saluti del sindaco Marco Locchi, che ha parlato di Umbertide come di “un piccolo laboratorio del dialogo islam-cristianesimo” ricordando la realizzazione del Centro “Jerry Masslo” nato e portato avanti in collaborazione con la Caritas diocesana. “Questo incontro è stato di grande interesse per me” ha detto il Sindaco a conclusione dell’incontro, esprimendo la volontà di proseguire con appuntamenti analoghi, periodici, nei quali confrontarsi su temi concreti.
Si è quindi proseguito con i contributi di illustri esponenti delle due religioni, moderati dalla giornalista de La Voce Maria Rita Valli, che ha subito espresso la forte necessità del dialogo, ormai diventato imprescindibile tra le persone che credono in un Dio misericordioso ed ha sottolineato la diversità e varietà sia dei cristiani che si articolano nelle tre grandi famiglie cattolica, ortodossa e evangelica, sia dei musulmani che oltre alle due grandi tradizioni sunnita e sciita, conoscono una varietà di aggregazioni che si traducono, anche in Italia, in diverse associazioni quali, per esempio, l’Ucoii, il Coreis, la Lega musulmana mondiale e la Confederazione islamica italiana fondata dall’imam Abdallah Massimo Cozzolino e della quale fa parte anche l’imam di Umbertide Chafiq El Oquayly.
Sono intervenuti don Stefano Bocciolesi, direttore dell’ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso, padre Silvestro Bejan, delegato generale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso dell’Ordine dei frati minori Conventuali e direttore del Cefid, Chafiq El Oquayly, presidente del Centro culturale islamico di Umbertide e presidente della Federazione regionale islamica dell’Umbria, e l’imam Cozzolino.
“La maggioranza dei musulmani ritiene inammissibile la violenza del Daesh e dell’Is “ha detto Cozzolino, sottolineando la necessità del dialogo tra i credenti, perché, ha aggiunto, “non sono le religioni a dialogare ma le persone”. “la bella integrazione che è avvenuta a Umbertide (dove molti suoi confratelli hanno deciso di fermarsi e di far crescere i loro figli), può diventare il modello ideale per stabilire corrette relazioni tra musulmani e cristiani”.
Il Centro islamico
Nel suo intervento l’imam Chafiq El Oqayly si è soffermato in particolare nel descrivere la vita di un centro islamico. “In un centro islamico – ha detto l’imam – si prega, si studia il Corano, si impara la lingua italiana e si insegna ai bambini quella del Paese in cui sono, si ritrovano le proprie radici”. Sulla questione del Centro culturale islamico l’Amministrazione Comunale in una nota in risposta ad un ordine del giorno presentato da Umbertide Cambia, “precisa che da tempo ad Umbertide è presente un centro islamico situato presso l’area ex tabacchi” in un edificio non più adeguato e che “nel 2011 l’associazione Centro culturale islamico ha acquistato una porzione di terreno in zona Madonna del Moro al fine di realizzare una nuova struttura in cui trasferire il centro”.
Da parte cattolica
“In questo incontro – ha detto padre Silvestro Bejan – vogliamo parlare col vero islam, che è capace di dialogare e di confrontarsi, non con quelli che strumentalizzano il Corano per fini politici, economici. È chiaro che per parlare bisogna porsi davanti l’uno all’altro, come fece san Francesco, pieni dello Spirito di Dio che ci saprà guidare”. E don Stefano Bocciolesi: “È importante riconoscerci in una apertura reciproca, senza cadere nei sincretismi, ma affrontando un dialogo vero che riconosca la propria identità e radici. Bisogna avere la voglia di incontrare la persona nella sua diversità”.