Nelle modalità di accoglienza, sull’intero territorio regionale, dei profughi dal nord Africa, la persona dovrà essere posta al centro dell’intervento di sostegno. È il senso delle due intese sottoscritte dalla Regione dell’Umbria, una con l’Anci, la rete istituzionale dei Comuni umbri, e l’altra con la Conferenza episcopale umbra, per rispondere all’emergenza umanitaria in atto. L’accordo è stato firmato lunedì mattina dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, dal presidente dell’Anci Umbria, il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, e dal presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Vincenzo Paglia. “Alla prova dei fatti il nostro modello di accoglienza dei profughi – ha affermato la Marini – basato sul principio della loro distribuzione in piccoli nuclei e su diffusi in tutto il territorio regionale, è risultato vincente. Il modello lo avevamo pensato innanzitutto per concentrare l’attenzione sulla cura della persona, nel rispetto dei valori dell’accoglienza di cui il popolo umbro è sempre stato portatore. Inoltre ciò avrebbe consentito, come continua a consentire, anche un alto livello di sicurezza che pure deve essere garantito. In questi mesi la cooperazione e la collaborazione è stata sempre al massimo livello possibile. Sia con i Comuni, che con la Caritas e le altre associazioni del volontariato”. Mons. Paglia ha sottolineato che “l’accoglienza che abbiamo realizzato in Umbria, e che potremo continuare ad offrire, non è stata soltanto utile a queste persone profondamente provate dalla loro odissea, ma soprattutto è stata umana e bella. Abbiamo potuto dimostrare che l’Umbria, in tutte le sue componenti, è tuttora portatrice dei valori francescani di pace e fratellanza. Perché non basta soltanto aprire le porte, ma si deve saper accogliere con umanità e spirito di fratellanza”. Per Boccali “l’Umbria dei Comuni sta facendo la sua parte così come si era impegnata a fare, e questo si aggiunge a quanto già le Amministrazioni comunali fanno non solo per l’accoglienza dei profughi, ma anche per il loro inserimento nel nostro tessuto sociale ed economico. Devo aggiungere che tutte le Amministrazioni comunali coinvolte hanno messo a disposizione strutture ricettive, personale e anche risorse al di sopra del richiesto”. Sono stati oltre 700 i profughi del nord Africa, e soprattutto della Libia, accolti in Umbria dall’aprile scorso. Sono distribuiti in 27 Comuni gli attuali 303 profughi (267 richiedenti asilo e 36 migranti) accolti per circa la metà direttamente dai Comuni stessi in collaborazione con l’Arci, per l’altra metà dalle Caritas diocesane, che hanno destinato loro strutture “ulteriori” per non togliere spazi all’accoglienza ordinariamente destinata a quanti si rivolgono alle Caritas.
Chiesa e Comuni pro profughi
Accordi della Regione con la Conferenza episcopale e con l’Anci per portare avanti lo stile di accoglienza adottato finora
AUTORE:
E. Q.